Si chiama Mare Blu, fa capo a una società di Martinsicuro che già gestisce un centro commerciale a L’Aquila, uno in Sardegna e ne sta realizzando un altro a Montesilvano. Entro due anni, Bari avrà un nuovo ipermercato dedicato interamente al «non alimentare»: 24mila metri quadrati, il più grande della Puglia. Sorgerà a Santa Caterina, nella zona Pip, a poche centinaia di metri dalla Mongolfiera. Qui, nel raggio di due km, c’è già l’area con la maggior concentrazione d’Italia di insediamenti della grande distribuzione organizzata.
Il nuovo ipermercato ha una storia molto travagliata. Il via libera all’insediamento (che è di competenza regionale) rientra nel piano del commercio del 1995. È stato rilasciato ad una società che si chiama Igc srl, che gestiva un supermarket al quartiere Libertà e che faceva capo al costruttore Giu - seppe Giordano (che ha realizzato Parco San Marco a Japigia, altra spettacolare storia di fallimenti immobiliari baresi). L’autorizzazione comunale alla Igc è stata rilasciata nel 2004, ed è stata prorogata due volte: l’ultima scadeva a febbraio 2010. Nel frattempo, però, Igc è fallita e l’autorizzazione è stata rilevata dalla Mare Blu, società che fa capo all’ingegner Nicola Di Nicola, proprietario dell’ipermercato «Il Globo» a L’Aquila (il parcheggio del centro ospita una struttura per gli sfollati del terremoto) e anche di strutture ricettive sul litorale adriatico.
Il 25 gennaio la Mare Blu ha chiesto tramite il Comune la quarta proroga, e lunedì in Regione è prevista una conferenza di servizi cui sono stati invitati il Comune, la Provincia e anche i rappresentanti dei centri confinanti (Adelfia, Bitonto, Bitritto, Capurso, Giovinazzo, Modugno, Mola, Noicattaro, Triggiano e Valenzano). Il 26 aprile il Servizio attività economiche della Regione ha scritto a Comune e Provincia, chiedendo tra l’altro se sussiste la «comprovata necessità» della proroga e, soprattutto, se sussiste la «perdurante fattibilità dell’intervento dal punto di vista commerciale e sotto l’aspetto urbanistico ».
Il pallino, insomma, è in mano a Palazzo di Città. «Ma a noi - precisa l’assessore all’Urbanistica, Elio Sannicandro - spetta esprimere un parere strettamente tecnico. Il progetto della struttura commerciale è stato recentemente rivisto per adeguarlo al Piano di assetto idrogeologico, con l’obbligo di realizzare una serie di interventi per la mitigazione del rischio idraulico. In più, sono stati concertati gli interventi di urbanizzazione primaria, creando una strada che scavalcherà il canalone».
Il parere urbanistico comunale (così come quello commerciale) sarà dunque positivo. Fermo restando che sulla richiesta di proroga la legge regionale prevede il silenzio-assenso, che si formerebbe il 24 luglio. Nel frattempo, comunque, nel lotto C della zona Pip di Santa Caterina è stato aperto il cantiere. La società ha infatti in mano tutti i permessi necessari, sia quelli commerciali che quelli edilizi. I lavori per realizzare la struttura e le opere di urbanizzazione (bisogna tra l’altro costruire una bretella di collegamento con lo svincolo Santa Caterina della tangenziale) dovrebbero durare all’incirca altri due anni. Non è ancora noto quali marchi opereranno nel nuovo ipermercato, né le tipologie merceologiche, anche se trattandosi di una vecchia licenza (1995), è ancora in piedi la distinzione tra servizi alla persona (10mila metri quadrati) e destinazioni diverse. Bisognerà vedere se sarà mantenuta.
Nella conferenza di servizi di lunedì si discuterà anche di un’altra richiesta che riguarda Bari. La società Investimenti Commerciali Bari, proprietaria di Barimax (2.500 metri quadri di superficie no-food autorizzata), ha chiesto di attivare nell’ambito del centro commerciale anche 1.000 metri quadrati di superficie alimentare. Anche in questo caso, si tratta di una domanda che rientra nei parametri previsti dalla legge regionale e quindi con ottime possibilità di essere accolta. Il centro commerciale Barimax è stato costruito dalla Giem e poi ceduto. La società proprietaria, presieduta da un commercialista inglese, fa capo a una finanziaria lussemburghese.