Sabato 22 Novembre 2025 | 20:01

Il caso fondi Xylella finisce in Senato: dopo la denuncia Agea, l'interrogazione di Melchiorre (FdI)

Il caso fondi Xylella finisce in Senato: dopo la denuncia Agea, l'interrogazione di Melchiorre (FdI)

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Il caso fondi Xylella finisce in Senato: dopo la denuncia Agea, l'interrogazione di Melchiorre (FdI)

La Regione si difende: «Noi siamo certi di aver fatto tutti i controlli da fare, con gli strumenti a disposizione»

Sabato 22 Novembre 2025, 12:19

Lo scandalo delle anomalie nei fondi stanziati dal governo per la Xylella arriva in parlamento. Un’interrogazione urgente indirizzata al Ministero dell’Agricoltura e all’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), è stata preannunciata dal senatore barese di Fdi, Filippo Melchiorre, «alla luce delle gravi irregolarità emerse in relazione alla gestione dei fondi destinati ai reimpianti nelle aree colpite in Puglia» dalla peste degli ulivi. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta, «circa 18,8 milioni di euro sarebbero stati erogati senza - aggiunge il parlamentare - che vi sia traccia dei reimpianti previsti, con casi che coinvolgono aziende cessate o addirittura beneficiari deceduti». Si tratta di «una situazione che non può che chiamare in causa la responsabilità politica e amministrativa della Regione Puglia, cui spettava la supervisione, il corretto monitoraggio e la rendicontazione degli interventi. La Regione Puglia è chiaramente inadempiente. Il sistema di controllo regionale ha fallito in modo grave e non ha garantito né trasparenza né tutela del denaro pubblico». «È una malagestione che pesa sulle spalle degli agricoltori pugliesi, già colpiti da una catastrofe come la Xylella. Milioni di euro destinati alla rinascita del territorio - ha concluso Melchiorre - sembrano essere stati distribuiti senza adeguate verifiche e senza che un solo albero sia stato reimpiantato in numerosi casi». Arriva quindi una richiesta di ulteriori informazioni al Ministero «per accertare le responsabilità. Chi ha gestito male deve rispondere politicamente e amministrativamente».

Completamente diversa è la versione di Gianluca Nardone, direttore del dipartimento Agricoltura della Regione Puglia: «Abbiamo scritto all’Agea per avere informazioni ulteriori. Non si comprende a quale delle tante misure attivate fanno riferimento i dati dell’agenzia. Abbiamo ipotizzato la misura degli indennizzi». La lettera con richiesta di chiarimenti partirà lunedì per Roma: «Chiediamo dati puntuali su quali siano le misure e le verifiche. Siamo noi che gestiamo il procedimento. Se l’Agea ha verificato che ci sono milioni di euro impropriamente percepiti dagli agricoltori, dovremo chiederne la restituzione». Sull’operato della Regione, dell’assessorato e degli uffici, Nardone ha chiarito: «Noi siamo certi di aver fatto tutti i controlli da fare, con gli strumenti a disposizione». Poi ha offerto una ipotesi. «Secondo me non si possono escludere interpretazioni erronee: noi abbiamo dato le risorse a chi meritava, avendo verificato che le dovesse avere». «Una delle misure del piano indennizzava gli agricoltori per le perdite subite nel 2019. In alcuni casi le erogazioni sono avvenute anni dopo: il beneficiario, anche se morto, aveva diritto all’indennizzo».

Dove sono finiti gli alberi previsti connessi ai fondi? «Agea - ha argomentato Nardone - in questo meccanismo non aveva ruolo, potrebbe non conoscere le regole. Potrebbe avere preso una cantonata. Avrebbe dovuto chiedere una nostra collaborazione. C’è il rischio di diffondere informazioni distorte, funzionali alla campagna elettorale. Ecco, noi siamo certi di aver fatto tutto quello che dovevamo fare. Nel caso dei reimpianti, non è disciplinata la particella dove trovarli: magari gli alberi sono in un altro spazio». E ancora: «Ci dicano, dalla Agea, cosa non torna per intervenire. Non sui giornali. I dati li abbiamo inviati a febbraio-marzo: dall’assessore Pentassuglia al capo di gabinetto del ministero Borriello».

Il dipartimento Agricoltura ha rivendicato la regolarità delle proprie procedure: «Abbiamo trasmesso i dati puntuali al ministero. Agea ha però strumenti più potenti, come l’accesso ai fascicoli aziendali e al catasto olivicolo. Ci devono dire cosa hanno trovato e noi chiederemo di restituire il denaro ricevuto», ha aggiunto. Il nodo sono i controlli ex post: «Tutte le pratiche sono controllate una ad una da noi, sugli impegni ex post verifichiamo il 5%».

Il caso Xylella, però, ha generato un corto circuito tra Agenzia e Regione: «Non è stato rispettato il principio della leale collaborazione tra istituzioni. Se qualcuno aveva più mezzi, in parte pagati da noi e mai trasferiti, per controllare, aveva l’obbligo di coinvolgerci. Lavoriamo nella stessa squadra. Anomalie? Può darsi ci siano state, ci sono sanzioni per questo, con revoca e restituzione del finanziamento. Con Arif non le abbiamo rilevate. E siamo dispiaciuti di non aver avuto comunicazioni prima», ha chiosato con amarezza Nardone.

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