Domenica 16 Novembre 2025 | 16:28

Regionali, Gemmato (FdI): «Con i flop della sinistra boom di liste d’attesa e tasse. La Regione ha 314 milioni di disavanzo»

Regionali, Gemmato (FdI): «Con i flop della sinistra boom di liste d’attesa e tasse. La Regione ha 314 milioni di disavanzo»

 
michele de feudis

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michele de feudis

Elezioni comunali Bari, il centrodestra ha solo l’identikit

L'intervista al sottosegretario tra sanità e risorse

Domenica 16 Novembre 2025, 13:14

Marcello Gemmato, sottosegretario e leader di Fdi: il comizio a Bari di Giorgia Meloni ha trasferito energia a candidati e militanti. Che impatto può avere nello sprint finale della campagna elettorale?

«Il presidente Meloni trasmette entusiasmo e passione. Il calore e l’accoglienza della platea dell’altra sera al Teatroteam sono la conferma di una grande voglia di cambiamento ma soprattutto che nessun risultato è scritto in partenza. Il bilancio del governo del centrosinistra degli ultimi 20 anni alla Regione si traduce in emergenze che vanno dalla sanità, alla crisi idrica, all’agricoltura per citarne alcuni, causate da continue lotte di potere interne al centrosinistra e da un approccio ideologico che ha fatto danni».

Nelle regionali il tema sanità è cruciale per il centrodestra. Il governo ha fatto stanziamenti record per il settore, come si spiegano le liste d’attesa monstre pugliesi?

«Secondo i dati Agenas, la Puglia è oggi l’ultima regione d’Italia per rispetto dei tempi di attesa: su 10 prenotazioni, tra visite specialistiche ed esami diagnostici, solo 4 prestazioni sanitarie sono erogate nei tempi rispetto alle 7 della media nazionale. Di fronte a numeri così netti è evidente che il problema non è la mancanza di fondi, ma la responsabilità della Regione, segnata da anni di malagestio della sinistra. Basti pensare anche alla mobilità passiva, le cosiddette migrazioni sanitarie, che costano al sistema circa 230 milioni di euro».

Il nodo delle risorse?

«Fin dal suo insediamento, il governo Meloni ha stanziato risorse senza precedenti, e con la manovra attuale il Fondo Sanitario Nazionale raggiungerà nel 2026 143 miliardi, 17 in più rispetto a quando siamo arrivati. Oltre quota parte di questi ultimi, immaginate che la Puglia ha ottenuto circa 100 milioni di euro aggiuntivi grazie all’introduzione del “coefficiente di deprivazione”».

I fondi sono arrivati, ma i conti sono in ordine?

«La Regione Puglia, dal 2019 al 2024, ha registrato ininterrottamente un risultato di gestione in disavanzo. I primi 9 mesi di quest’anno evidenziano un disavanzo di 314 milioni di euro; cifra che entro fine anno sfiorerà i 420 milioni di euro. E questo debito purtroppo è in capo ai cittadini. Ricordo che da oltre 10 anni i pugliesi pagano l’addizionale Irpef e Irap, tasse “extra” destinati alla copertura dei debiti della sanità».

La giunta regionale ha avuto le risorse necessarie per intervenire e ridurre i tempi di attesa?

«Assolutamente sì, i dati lo dimostrano chiaramente. In Puglia oltre il 95% delle prestazioni è erogato dal Ssn, una percentuale superiore persino alla media italiana di 92,9%. Questo significa che le risorse statali arrivano e sostengono in modo consistente il sistema. Il punto non è la mancanza di fondi, ma la capacità della Regione di trasformare quelle risorse in servizi. Anche dove l’offerta è ampia – penso alla Città Metropolitana di Bari – le performance degli erogatori pubblici sono tra le peggiori, man mano che si scende lungo il territorio regionale, diminuisce il numero di cittadini che ricorrono a visite o esami. Tutto ciò, nonostante il contributo straordinario di medici, infermieri e operatori sanitari che difendono il diritto alla salute dei cittadini in un sistema che li governa male».

Questione ospedali: il centrosinistra si vanta di averne inaugurati due. Come stanno le cose?

«Se per inaugurazioni intendiamo passerelle come quelle dell’ospedale di Monopoli-Fasano, dove a distanza di 4 mesi dal taglio del nastro non è ancora entrato un paziente, direi che c’è poco di cui vantarsi. Mentre si moltiplicano le promesse elettorali, vorrei riportare l’attenzione sui fatti. Ricordo che gli investimenti destinati all’edilizia sanitaria pugliese, circa 1,8 miliardi di euro sono nella quasi totalità di quota statale, cioè il 95%. Tra questi, vi sono i 424 milioni di euro che saranno destinati alla riqualificazione del Policlinico di Foggia (64 milioni) e alla realizzazione del nuovo ospedale di Andria (360 milioni)».

Il programma di governo del candidato di centrodestra Luigi Lobuono sottolinea i possibili effetti di un rapporto virtuoso con il governo nazionale.

«Non a caso la Legge di Bilancio 2026 conferma la scelta del governo Meloni di puntare su crescita e serietà con riflettori sul Sud. Lo stanziamento di 2,3 miliardi per la Zes Unica rappresenta un ulteriore segnale di slancio all’economia del Meridione, favorendo investimenti, occupazione e competitività del territorio. Con questa manovra la sanità riceve un’attenzione senza precedenti. Dopo anni di sottofinanziamento e trascuratezza, il governo ha scelto di invertire la rotta, destinando 7,4 miliardi di euro aggiuntivi al Ssn. Queste risorse rafforzano la qualità del sistema e la sua capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini, con particolare attenzione alle regioni meridionali, dove carenze di personale e infrastrutture richiedono interventi mirati».

Che obiettivo elettorale si pone Fdi in Puglia?

«Intendiamo consolidare il ruolo di forza guida nella coalizione di centrodestra guidata da Luigi Lobuono, offrendo agli elettori pugliesi una scelta concreta e alternativa rispetto a decenni di gestione fallimentare del centrosinistra».

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