Una stoccata alla Procura di Lecce per l’indagine che ha indotto alle dimissioni l’ex assessore Alessandro Delli Noci: anche ieri 26 luglio durante il taglio del nastro dell'ospedale di Monopoli-Fasano il governatore Michele Emiliano non ha mancato di ribadire le sue perplessità rispetto alle accuse formulate dai pm all'ex esponente civico salentino. Accuse su cui in settimana si è pronunciato il Tribunale del Riesame, che ha annullato una ordinanza di custodia cautelare e ha affievolito le misure nei confronti di altre due persone.
Emiliano ha insistito sulla «nostra capacità di essere controcorrente, di non dar retta ai luoghi comuni, di non dar retta alle inchieste giudiziarie, di non dar retta a tutte quelle miserie che ci sono». «Quante volte - ha chiesto, rivolgendosi all’ex capo di gabinetto Claudio Stefanazzi - non ho dato retta alle inchieste giudiziarie perché mi leggevo le carte e dicevo “ma secondo me questi non vanno da nessuna parte?”».
Secondo Emiliano è quello che «si è verificato persino nella famosa indagine di Lecce. Ho letto che il Tribunale del Riesame ha smontato completamente l’ipotesi accusatoria, dopo che io ho perso un assessore e il consiglio regionale ha perso un consigliere. Però zitti e cammina perché noi siamo ubbedienti. Siccome sono più importanti le istituzioni e più importante la magistratura del singolo errore giudiziario, in questi casi è chiaro che bisogna rivendicare il miglioramento anche degli altri settori».
Le parole di Emiliano hanno provocato la reazione dell’Anm di Lecce, la cui giunta distrettuale ha espresso « sconcerto» per le dichiarazioni secondo cui l’inchiesta «sarebbe stata “smontata” dal Tribunale del Riesame e sarebbe, quindi, “morta”». «Tali affermazioni – è detto in una nota del sindacato dei giudici - destano stupore sia perché riguardano il merito di un’indagine penale che è ancora in corso di svolgimento (rispetto alla quale, quindi, ragioni di opportunità e di prudenza suggerirebbero di astenersi dal formulare giudizi prima del relativo esito) sia perché fondate su un provvedimento del quale non sono ancora note le motivazioni».
L’Anm ricorda che, «come ben sa il governatore ed ancora magistrato Michele Emiliano», appartiere «al fisiologico funzionamento del procedimento penale l’eventualità, anche in ragione di elementi sopravvenuti, di valutazioni diverse da parte dei magistrati a diverso titolo chiamati a conoscere della medesima vicenda giudiziaria». E dunque l’Anm ricorda alla Regione « che il rispetto, oltre che formale, sostanziale del principio della separazione dei poteri non possa prescindere dalla necessità di evitare interferenze dell’uno con giudizi sommari sull’operato dell’altro».
I difensori di Delli Noci, schiacciato in mezzo a questa polemica, sembrano invece prendere le distanze: «Il presidente Emiliano ha esperienza (da Magistrato e da politico navigato) per poter esprimere il suo giudizio liberamente e su questo non abbiamo alcun commento da fare», scrivono gli avvocati Giuseppe Fornari e Luigi Covella. «La legittima opinione sui contenuti di un’indagine – aggiungono - non equivale ad un giudizio su ruolo e funzione della magistratura requirente.
«Dal canto nostro – prosegue ancora la difesa di Delli Noci -, in perfetta sintonia con il nostro assistito, abbiamo tenuto e continueremo ad avere lo stesso atteggiamento di rispetto verso il lavoro di ciascuno rimandando alle sedi proprie ogni confronto. Rimaniamo certi della estraneità di Alessandro Delli Noci a tutti i fatti di reato che gli vengono contestati che confuteremo nelle sedi proprie in un confronto dialettico, franco ma sempre rispettoso dei nostri contraddittori processuali».