È un incensurato di 34 anni, residente in provincia di Roma, il presunto autore delle minacce recapitate attraverso Instagram al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. L’uomo è stato individuato dalla Polizia postale dopo la denuncia del governatore, che la scorsa settimana ha segnalato i due messaggi privati in cui veniva accusato di essere «nazista» e «antisemita» dopo la decisione del 29 maggio di interrompere i rapporti tra la Regione e lo stato di Israele.
L’indagine è seguita personalmente dal procuratore Roberto Rossi. Il 34enne è indagato per minaccia a corpo politico aggravata, fattispecie che prevede pene molto pesanti (fino a 10 anni). Non si tratterebbe di un «attivista», ma di un simpatizzante di movimenti vicini all’estrema destra romana su cui sono state chieste informazioni alla questura capitolina.
L’autore de messaggi di cui ha parlato domenica la «Gazzetta» ha definito Emiliano «nazista» e «sionista», minacciando al plurale «Faremo saltare in aria te e quella Regione di m…» con riferimento alla posizione presa dal governatore. I messaggi sono partiti da un profilo anonimo, con una foto generica: l’autore ha accusato Emiliano di essere «amico dei terroristi», chiedendogli perché non ha preso la stessa decisione nei confronti della Russia di Putin di cui Emiliano sarebbe invece «amico».
Il caso, preso molto sul serio, è oggetto di valutazioni da parte della Prefettura di Bari. Nei confronti di Emiliano c’è massima attenzione, con un dispositivo di tutela dinamica che era già stato silenziosamente esteso alla sede della giunta regionale. In questi giorni verranno fatte ulteriori valutazioni anche sulla possibilità che al governatore uscente possa essere assegnata una scorta fissa oppure una tutela.
Il 29 maggio, dopo che una iniziativa analoga era stata votata dal Consiglio comunale di Bari, Emiliano aveva invitato «tutti i dirigenti e dipendenti della Regione, delle sue agenzie e delle società partecipate a interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali» di Israele, definendo quanto accade nella Striscia di Gaza «un genocidio di inermi palestinesi». Emiliano si era detto «sconcertato» dalle minacce, per le quali ha ricevuto solidarietà dal mondo politico e dalla società civile.