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Andidero, c’è l’ok al concordato nonostante il no della Procura

 
massimiliano scagliarini

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massimiliano scagliarini

Andidero, c’è l’ok al concordato nonostante il no della Procura

L’imprenditore indagato per bancarotta e truffa alla Regione. I giudici civili: ma il piano di salvataggio può essere attuato

Venerdì 23 Maggio 2025, 11:34

BARI - Il voto dei creditori si è espresso positivamente sulla fattibilità economica del piano, di cui ai giudici compete verificare «la non implausibilità a consentire il risanamento dell’impresa». Su questa base ieri il Tribunale di Bari ha omologato il concordato delle quattro società del gruppo Andidero nonostante l’opposizione presentata dalla Procura all’indomani delle indagini (per bancarotta fraudolenta e per truffa alla Regione) che hanno riguardato l’omonima famiglia di costruttori baresi.

Nel 2022 era stato lo stesso pm Lanfranco Marazia a chiedere il fallimento delle società Giada, Gafi, Mabar e Modoni, cui le imprese avevano resistito avanzando domanda di concordato. In aprile Marazia aveva chiesto l’arresto ai domiciliari per Vittorio Andidero, 58 anni, il costruttore Giancarlo Lucrezio, 67 anni, commercialista salentino Marco De Marco, 66 anni. n relazione alla truffa alla Regione (e per Andidero l’autoriciclaggio) collegata all’operazione Centro colonico di Ugento: la realizzazione da parte della Modoni di un resort di lusso, con lavori effettuati solo sulla carta e un contributo pubblico che - secondo le indagini della Finanza - sarebbe finito in gran parte nelle tasche dell’imprenditore barese. Da qui l’opposizione al concordato, fondata su una presunta irrealizzabilità del piano e sull’inattendibilità di alcune scritture contabili e delle perizie di valutazione degli immobili che - in base alle intercettazioni - sarebbero in realtà state predisposte dallo stesso Andidero.

Il Tribunale (quarta sezione, giudice delegato De Palma) ha però respinto tutti e quattro i motivi di opposizione della Procura (che avrebbero implicato la messa in liquidazione) accogliendo invece il parere positivo dei commissari Andrea Dammacco, Fabrizio Colella e Paolo Spezzati. Il provvedimento rileva infatti che i creditori hanno espresso il voto dopo aver ricevuto informazioni complete sui valori degli immobili, perché le perizie sono state confermate (o in alcuni casi modificate) dai commissari, e che le perplessità della Procura sull’operazione Modoni, basate su problematiche urbanistiche non secondarie, non sono sufficienti a farne venir meno la «realizzabilità»: «Non si può concludere nel senso che il piano sia privo di ragionevoli prospettive di risanamento, atteso che lo strumento proposto (nuova progettazione) appare realizzabile» .

Il ricorso predisposto dagli avvocati professor Vincenzo Chionna e Angelo Stella sulla base del piano dell’advisor Ignazio Pellecchia prevede un salvataggio in continuità aziendale che punta sulla valorizzazione degli asset immobiliari della famiglia Andidero, riorganizzati intorno alla capogruppo Giada, per far fronte a un passivo di circa 36 milioni. Giada e Gafi sono proprietarie di Parco dei Trulli a Polignano dove è prevista la vendita delle aree (valutate 9 milioni) su cui dovrebbe sorgere un resort con ville di lusso. Gafi possiede anche aree edificabili al quartiere S. Anna di Japigia e l’autosilo San Francesco. Mabar è proprietaria tra l’altro di un pezzo dei suoli della ex Punta Perotti. Modoni dovrebbe invece costruire un nuovo villaggio a Ugento. Il concordato di gruppo prevede la possibilità di utilizzare i vantaggi compensativi: le eccedenze patrimoniali di una singola società vanno a favore dei creditori delle altre.

Ad aprile il gip Anna Paola De Santis ha disposto l’interdizione per un anno di Andidero (rigettando i domiciliari), dopo aver concesso un sequestro da 1,3 milioni nei confronti dell’imprenditore. Proprio ieri al Riesame è stato discusso il ricorso della difesa (avvocati Gaetano Sassanelli e Gianluca Loconsole), che ha presentato appello anche contro l’interdizione. Nel frattempo la Procura ha chiuso l’indagine sulla truffa alla Regione, che probabilmente verrà accorpata al fascicolo per bancarotta fraudolenta documentale, distrattiva e preferenziale in cui sono indagati i fratelli Vittorio e Vittoria (50 anni) Andidero, la madre Grazia Barbone, 82 anni, il commercialista Francesco Ricci, 54 anni di Bari, il consulente finanziario Gioacchino Dell’Olio, 64 anni di Bari (fratello del parlamentare M5S Gianmauro) e l’avvocato foggiano Giacomo Mescia, 57 anni.

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