BARI - Il Consiglio regionale non ha verificato con sufficiente attenzione i contratti di collaborazione stipulati dai gruppi politici. È quanto ha stabilito la sezione di Controllo della Corte dei conti nell’ambito delle verifiche sui bilanci 2024, nei quali - come in passato - è emerso un problema relativo all’utilizzo di avvocati iscritti all’ordine nel ruolo di assistenti di segreteria: nonostante in Regione non abbiano svolto attività professionale, sono stati versati i contributi alla cassa forense.
Il motivo di questa scelta (di far passare gli avvocati come segretarie) è probabimente legato alla necessità di aggirare i limiti all’utilizzo dei consulenti disposti dai regolamenti in vigore, limiti che negli anni passati hanno comportato diverse condanne al risarcimento delle spese extra. Ciascun consigliere regionale ha un budget di 53mila euro l’anno per le spese di personale e di 5mila per le spese di funzionamento del gruppo (in cui rientrano le consulenze professionali). Da qui il «trucco» di qualificare i professionisti come addetti alla segreteria, che invece vanno pagati (come collaboratori) con la prima voce, in cui il budget è più ampio.
Ma quando questo meccanismo viene applicato a professionisti si genera un corto circuito che potrebbe avere conseguenze penali. Il problema rilevato dalla Corte dei conti è infatti che «i collaboratori avvocati, non avendo svolto attività legale, avrebbero dovuto più correttamente utilizzare un altro codice di riferimento (ad esempio il codice Ateco relativo ai “servizi integrati di supporto per le funzioni d'ufficio”)». I gruppi hanno invece fatto riferimento al codice Ateco «attività degli studi legali», che ha comportato anche il versamento dei contributi alla cassa forense. Questo, dice la Corte dei conti, «potrebbe determinare l’insorgere di dubbi circa l’effettiva attività posta in essere e la conseguente corretta allocazione delle spese all’interno del rendiconto da parte del gruppo consiliare». E dunque il collegio «invita gli organismi di riferimento della Regione Puglia a voler effettuare, per il futuro, un attento controllo sulle reali attività svolte dai collaboratori del gruppo in esame, segnalando eventuali irregolarità alle autorità competenti».
Al termine dell’esame dei bilanci, a febbraio, la Corte dei conti aveva chiesto chiarimenti ad alcuni partiti in relazione a diverse voci di spesa. Dopo l’esame delle relazioni integrative, a fine aprile i giudici hanno dichiarato regolari i rendiconti di Azione, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Pd, «Per la Puglia», «Con Emiliano» e gruppo misto. Sono stati invece dichiarati irregolari i rendiconti della Lega (in relazione a sei collaboratori avvocati: bisognerà fare i conti), quello di «La Puglia domani» (dovrà restituire 270 euro) e quello dei grillini (dovranno restituire 1.200 euro).