BARI - Le temperature superiori alle medie stagionali e la siccità preoccupano per la produzione del miele e per i raccolti, osserva la Coldiretti in una nota.
Il caldo sta ingannando le api, che in Italia sono 50 miliardi; si risvegliano in anticipo ed escono dagli alveari, indica il monitoraggio della Coldiretti sugli effetti del caldo anomalo di questo inverno.
Le temperature anomale «fanno uscire dagli alveari le api che però rischiano di morire di freddo se sorprese fuori dalle arnie quando le temperature si abbassano al calare del sole», osserva l’organizzazione agricola in una nota. La carenza di fioriture, inoltre, costringe gli allevatori a «intervenire con alimentazione zuccherina» per sostenere le api.
«In pericolo - prosegue la nota - c’è la produzione di miele, dopo che il raccolto del 2023 in Italia è stimato attorno ai 15 milioni di chili, fra i più poveri del decennio». Le api sono importanti anche per le colture destinate all’alimentazione, il 75% delle quali è legata all’impollinazione.
Preoccupa inoltre la siccità, «che mette a rischio le semine di cereali, legumi, ortaggi ma anche il foraggio nei pascoli», con ripercussioni sui costi. «In Puglia siccità e venti di scirocco con alti tassi di umidità hanno ridotto anche la produzione di carciofi del 60%. Secondo i dati dell’Anbi, in Puglia si rileva nei bacini un calo di oltre 119 milioni di metri cubi rispetto all’anno scorso.