BARI - «L'emendamento Costa restringe ulteriormente la libertà d’informazione». Lo ha dichiarato il presidente dell’Associazione della stampa di Puglia, Bepi Martellotta, oggi a margine del direttivo dell’associazione che ha approvato un documento contro la normativa che introduce il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo di un’ordinanza di custodia cautelare. «Sostanzialmente dall’emissione di custodia cautelare fino all’avvio del processo - ha aggiunto - sulla stampa non può essere pubblicato nulla di ciò che riguarda gli atti: che siano intercettazioni o atti di accusa da parte della Procura». «Noi riteniamo - ha aggiunto - che oltre ad essere un restringimento della libertà d’informazione sia anche ad un grande danno per i cittadini, perchè le informazioni che i media danno durante l’iter, dall’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, sono anche a tutela dell’accusato». «Descrivere le circostanze, i contesti, gli accertamenti che gli inquirenti conducono in quella fase - ha sottolineato - può essere utile, non soltanto per i cittadini che hanno il sacrosanto diritto dei cittadini di essere informati, ma persino per chi è oggetto di accuse».
«Riteniamo questo restringimento un ulteriore bavaglio ad una legge, il disegno di legge di riforma Nordio sulla giustizia, che già è fortemente penalizzante per la libertà di stampa. Per questo motivo - ha concluso Martellotta - il 28 dicembre si terrà una giunta straordinaria con tutte le associazioni di stampa in Federazione - nel giorno in cui la premier Meloni terrà la conferenza stampa a cui la Fnsi non andrà - e il 3 gennaio convocheremo la consulta dei comitati di redazione, in maniera tale da mobilitare tutti i giornali in Italia a farsi portavoce di questa battaglia per la libertà».
In una nota diffusa a margine del direttivo, Assostampa Puglia spiega che «il divieto di pubblicare integralmente o per riassunto le ordinanze di custodia cautelare fino alla fine delle indagini o dell’udienza preliminare, approvato dalla Camera dei deputati e inserito in una legge di recepimento di una direttiva europea, è una tragicomica e inutile manovra con cui si vuole provare a silenziare l’informazione sui procedimenti penali in cui sono coinvolti non cittadini comuni, bensì esponenti del mondo politico».
«L'autore dell’emendamento e coloro che ne hanno sostenuto la proposta, votandola, hanno gettato la maschera: ciò che sta loro più a cuore - aggiunge - è sfuggire al controllo che in ogni democrazia che si rispetti la stampa esercita su coloro che vengono eletti nelle istituzioni rappresentative». «Purtroppo, però, hanno dimostrato - prosegue l’Assostampa - di non conoscere né le dinamiche del processo penale né i principi fondamentali della Costituzione né le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha più volte ribadito che è dovere dei giornalisti pubblicare le notizie rilevanti per l'opinione pubblica, anche se coperte da segreto».
Secondo quanto evidenzia Assostampa Puglia, «i giornalisti potranno comunque pubblicare i nomi degli arrestati, ma l'assenza di elementi sulle motivazioni dell’arresto impedirà di inquadrare il contesto accusatorio, mettendo sullo stesso piano tutti i reati, quelli meno gravi e quelli più gravi». I giornalisti pugliesi, conclude l’associazione, «si mobiliteranno in tutte le sedi», unendosi alle iniziative che saranno decise dalla Fnsi «per impedire che in Italia prendano piede atteggiamenti censori nei confronti della libera stampa, che porterebbero il Paese a rivivere, sia pure con forme diverse, i momenti più bui della propria storia»