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«La nostra primavera pugliese va subito ricostruita per Bari»

 
Rosanna Volpe

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Rosanna Volpe

«La nostra primavera pugliese va subito ricostruita per Bari»

Il monito di Emiliano a Laforgia: «Chi non unisce, deve tutelare il centrosinistra»

Venerdì 08 Dicembre 2023, 13:14

BARI - «Quella di stasera deve essere un monito per tutti, a cercare il candidato giusto nel più breve tempo possibile. Spero che la storia politica di Bari non finisca male come a Palermo dove Totò Cuffaro e Marcello dell’Utri hanno fatto vincere il loro candidato». È un fiume in piena Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, intervenuto ieri alla libreria Laterza per la presentazione del libro di Leoluca Orlando e Constanze Reuscher «Enigma Palermo». A una manciata di mesi dalle elezioni che coroneranno il nuovo sindaco del capoluogo pugliese ricorda: «Io allora il mio candidato sono riuscito a farlo vincere. Oggi ho qualche difficoltà, ma è necessario stringere i tempi. Anche se le soluzioni che trovi a pochi giorni dagli esami non sono mai perfette. Ci avremmo dovuto pensare prima».

Sibilline, e neanche troppo, le parole rivolte a Michele Laforgia, che ha ribadito la sua indisponibilità a ritirarsi dalla corsa a sindaco. «Quando ti accorgi che non unisci tutti, devi essere così bravo da tutelare la storia del centrosinistra. Io ricordo che anche la mia candidatura era molto contrastata dai Ds, dalla Margherita e da tutta la sinistra costituita. Siamo andati avanti e la storia l’abbiamo scritta con l’incoscienza di candidarsi senza l’appoggio di nessuno. Lui deve capire se ha dentro lo stesso sentimento popolare». Gli dà man forte Orlando: «L’esperienza della Primavera pugliese è stata un grande esempio. Un patrimonio che deve essere tutelato oggi più che ma».

Seduti allo stesso tavolo quindi, uno di fianco all’altro i due padri di quella «Primavera», Nichi Vendola e Michele Emiliano. Tra una frecciatina e un sorriso, una pacca sulle spalle e una stretta di mano, hanno ripercorso una stagione politica che dura da venti anni. Si sono confrontati sulla lotta alle diseguaglianze e sull’impegno nella lotta alla mafia realizzato in Puglia. Il filo conduttore, l’esperienza politica di Orlando a Palermo e di un libro frutto di un lungo lavoro di costruzione che ripercorre la «Primavera» del capoluogo siciliano, sconvolta dagli attentati. Comincia negli anni Ottanta questo un lungo e serrato dialogo tra Constanze Reuscher e Leoluca Orlando, da quella «Palermo come Beirut», segnata dalle bombe e dalla paura, per arrivare alla metropoli cosmopolita di oggi, luogo di pace, di diritti, di accoglienza. Incalzato dalle domande della giornalista, «U Sinnacu», come ancora lo chiamano i palermitani, racconta la sua formazione politica, rivendica il lavoro svolto, ammette gli errori e le sconfitte, ricorda i momenti più drammatici e getta nuova luce su episodi polemici e scontri, come quello, rimasto nell’immaginario comune degli italiani, che lo contrappose a Giovanni Falcone.

Ma soprattutto in questo libro Orlando, senza risparmiare giudizi sull’attuale situazione politica e sulle prospettive del Sud in Europa, fornisce gli elementi per decifrare l’«enigma»di una parabola duratura e avvincente, tra contraddizioni e svolte, ombre e ripartenze. Ed è quella città che Orlando, dopo quarant’anni di politica attiva spesso turbolenta, riconosce oggi come «il mio unico, vero partito: Palermo». Parla di «Primavera» anche Nichi Vendola, Governatore pugliese per due mandati ed oggi presidente di Sinistra italiana. Ma sul futuro di Bari - e sul candidato «in pectore» della Sinistra Laforgia - Vendola preferisce restare in silenzio. [ro. vol.]

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