Sono 2.258 le donne e i minorenni che nel 2022 sono entrate nel circuito dei Centri antiviolenza o delle case rifugio pugliesi, 18 in meno rispetto al 2021. È l’ultimo monitoraggio realizzato dall’Ufficio Statistico della Regione Puglia insieme al Servizio Minori, Famiglie e Pari Opportunità e Tenuta Registri, un report che viene fatto annualmente fin dal 2013. Le donne sono di nazionalità italiana per il 90% dei casi. Il 67,7% si è rivolto spontaneamente al centro antiviolenza mentre per il 32,3% dei casi si tratta di invio da altri servizi della rete locale.
Chi sono gli autori delle violenze Fra gli autori, sempre a livello regionale, figurano prevalentemente il partner e l’ex partner, due tipologie di autori che rappresentano complessivamente l’80%; se aggiungiamo la percentuale cha fa riferimento all’area dei «parenti» (8%), abbiamo una percentuale complessiva dell’88%. Il «partner attuale» è l’autore di violenza nel 45,6% dei casi mentre gli «ex» continuano ad agire violenza, nonostante la chiusura del rapporto, nel 34,5 % dei casi.
Le vittime Le pugliesi più «esposte» alla violenza sono le coniugate e conviventi (43%), seguono le donne nubili (30%) e le donne separate/divorziate (27%).
La violenza agita sulle donne è trasversale alle fasce di età, ai titoli di studio, alla condizione lavorativa anche se la percentuale più alta viene registrata tra donne che hanno età compresa tra i 30 e i 49 anni (54,3%); significativa anche la percentuale delle donne di età compresa tra i 18-29 anni (18,1%). Il titolo di studio prevalente è quello di scuola media superiore (40,5%), segue quello di scuola media inferiore (37%), e il titolo di laurea per il 14,5%.
I vari tipi di violenza La tipologia di violenza rilevata nei Centri e nelle Case in Puglia è prevalentemente quella fisica (43,7%), seguita da quella psicologica (42,7%), e dallo stalking (5,4%). Le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza pugliesi spesso riferiscono di aver subito violenze multiple. La violenza fisica e quella psicologica sono pressoché equivalenti come primo tipo di violenza subita; la violenza psicologia prevale nettamente quale seconda tipologia di violenza. Da segnalare una importante percentuale di casi di violenza economica.
Chi denuncia Sul totale delle donne seguite dai centri antiviolenza, nel 2022 ha denunciato il 47,9%, con un aumento di ben 4,8 punti percentuali rispetto all’annualità precedente. Il lieve incremento registrato nel numero di denunce può essere letto come un segnale positivo, di ripresa della «normalità» dopo le restrizioni della pandemia e di maggiore fiducia nella possibilità di una nuova vita.
L’odissea della denuncia Un freno alla denuncia - evidenziano gli analisti della Regione Puglia - è dato dalla consapevolezza delle numerose difficoltà da affrontare, un deterrente malgrado il pieno sostegno dei centri antiviolenza: tempi lunghi dei procedimenti, situazioni di vittimizzazione secondaria, spesso legate ai percorsi giudiziari per l’affidamento dei figli nella fase di separazione, percezione di scarsa protezione anche a seguito di reiterate segnalazioni e/o denunce, sensazione di essere poco credute oltre che poco protette. Più o meno stabile il tasso di ritiro della denuncia che si attesta sotto il 2%.
Indipendenza Nel 2022 si registra un lieve incremento (+3,2%) nella percentuale di pugliesi con un’occupazione stabile giunta al 32,4%, a fronte del 37,8% di donne senza occupazione (casalinghe e/o non occupate) e del 20,3% di donne con un’occupazione precaria e, quindi, con una fonte di reddito incerta. Anche per il 2022, si continua a registrare un lieve aumento nel numero di donne prese in carico dai Centri e da essi ritenute potenzialmente autonome. Si è passati dal 59,9% del 2021 al 60,5% attuale, registrando altresì la contestuale riduzione nella percentuale di donne che non possono contare su alcuna forma di sostentamento, che passa dal 40,1% al 39,5%.
Le donne allontanate per motivi di sicurezza e messe in protezione nelle case rifugio di primo livello sono state 120 (114 nel 2021). Il 78% delle donne accolte nel 2022 ha figli e di questi 125 sono minorenni che, come il più delle volte accade, seguono le madri in casa rifugio.