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Piano casa, ecco cosa cambia in Puglia: «Adesso più certezze per l’edilizia»

Piano casa, ecco cosa cambia in Puglia: «Adesso più certezze per l’edilizia»

 
Alessandra Colucci

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Alessandra Colucci

Piano casa, ecco cosa cambia in Puglia: «Adesso più certezze per l’edilizia»

Lacatena annuncia lo stop alle deroghe e regole chiare per le ristrutturazioni

Giovedì 28 Settembre 2023, 12:53

Consigliere Stefano Lacatena, delegato all’Urbanistica: entro fine anno è in programma la nuova legge sul Piano Casa, nel dettaglio cosa cambierà per i pugliesi?

«Vorrei archiviare definitivamente l’espressione Piano Casa per sostituirla con Legge sulle ristrutturazioni edilizie. Abbiamo bisogno di dare certezze ai cittadini, agli enti locali e agli operatori economici, mettendo fine ad un regime derogatorio che ha prodotto i risultati che conosciamo. Stiamo, perciò, affinando la struttura di una nuova legge che ora è al vaglio degli uffici per escludere ogni profilo di incostituzionalità. Nel nostro impianto, gli interventi saranno concessi esclusivamente nelle zone residenziali (qualificate come B o C) e nelle zone rurali, senza possibilità di fare cambi di destinazione d’uso».

Cosa succederà, nello specifico?

«In queste aree, si potranno aumentare le volumetrie del 20% nei limiti dei 300 metri cubi e con il salto di due classi energetiche. Per le demolizioni, invece, l’ampliamento potrà giungere al 30% a patto che il salto sia di tre classi energetiche. Per le zone rurali gli ampliamenti potranno raggiungere il 20% entro il limite di 200 metri cubi. Non ci saranno deroghe di sorta ed ogni intervento dovrà essere coerente con quanto stabilito dal Pptr, ma se qualcuno vorrà trasferire, in aree edificabili, la volumetria di un manufatto che si trova a 300 metri fronte mare otterrà importanti incentivi. Ma non solo, perché con questa legge cerchiamo di dare una risposta anche all’emergenza abitativa: chi vorrà destinare delle volumetrie all’edilizia convenzionata o ad affitti ordinari non dovrà pagare i costi di costruzione e gli oneri di urbanizzazione».

Da tempo, lei ha aperto un tavolo permanente di confronto…

«Sì, con l’Anci, tutti gli ordini professionali e le associazioni del settore edilizio. Stiamo portando avanti un lavoro importante che porta la firma di tutti. Si tratta di un modo di operare a cui tengo molto anche perché l’Urbanistica è una materia complessa che ha riverberi fortissimi sul territorio e sull’economia e, quindi, merita di essere il frutto di un percorso partecipato e condiviso. A questo proposito, sento di dover ringraziare i partecipanti per la serietà e la determinazione con cui si sta portando avanti questo impegno. Non è scontato».

Quale sarà il ruolo dei Comuni?

«I Comuni avranno un ruolo importantissimo ovvero saranno loro a disegnare la mappa degli ambiti dove è consentito intervenire con aumenti di volumetrie o demolizione e ricostruzione degli edifici».

Fra gli obiettivi dichiarati c’è la revisione della legge regionale sull’Urbanistica, datata 2001. Cosa cambierà?

«Abbiamo bisogno di un nuovo strumento di Urbanistica che punti alla rigenerazione urbana in chiave semplificata. Oggi, l’87% dei Comuni non ha un Piano Urbanistico Generale, alcuni addirittura non hanno nemmeno i Piani regolatori. Non è eccessivo affermare che siamo quasi all’anno zero perché le procedure di approvazione dei Piani sono complicate e le amministrazioni, per varie ragioni, spesso non riescono a portarle a termine. Come Regione, abbiamo il dovere di imporre agli enti locali l’adozione dei Pug. Il nostro compito è dare un perimetro di lavoro, disegnare una visione di città e di Puglia».

Altro tema particolarmente delicato è quello legato al Piano paesaggistico territoriale regionale, il Pptr. Anche in questo caso sono previste modifiche?

«Il Piano Paesaggistico territoriale pugliese è tra i migliori in Italia, ma ci sono delle migliorie da fare per sottrarlo, su taluni aspetti, a un eccesso di discrezionalità delle commissioni paesaggistiche. Ma non solo: oggi ci sono delle esigenze a cui dare risposta, come i siti degli impianti di idrogeno, che è la politica a dover individuare, se vogliamo che la nostra Regione sia un grande hub. E ancora: c’è da considerare la questione della rigenerazione delle aree devastate dalla Xylella e il Pptr deve essere uno strumento utile a governare questi processi, per questo dobbiamo rinnovarlo».

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