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Emiliano a Bruxelles: «Taranto è la sfida Ue per svolta green. Terzo mandato? Se serve, felice di essere utile»

 
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Emiliano a Bruxelles: «Taranto è la sfida Ue per svolta green. Terzo mandato? Se serve, felice di essere utile»

Il presidente della regione Puglia: «Meloni ci rassicuri che non si torna indietro». E sul terzo mandato commenta: «Sono disponibile»

Martedì 27 Giugno 2023, 19:54

20:53

BRUXELLES -  «Taranto sarà la sfida più importante d’Europa per la decarbonizzazione degli impianti ad alta densità di emissioni Co2» e l’impiego del Just Transition Fund sarà quindi «di esempio per tutta Europa per la produzione dell’acciaio». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine dell’inaugurazione della mostra sulla città pugliese 'L'eredità di tremila anni di storia"' allestita negli spazi del Parlamento europeo a Bruxelles.

«Gli investimenti sull'idrogeno che erano previsti dal Pnrr, in particolare a Taranto, non vanno toccati, anzi vanno incrementati - ha sottolineato Emiliano -. Se c'è un problema di rispetto dei termini di spesa, io credo che l’Unione europea sarà comprensiva se avremo delle ragioni tecniche che rendono giustificata la nostra richiesta di proroga».

«Sarebbe bello se la presidente Meloni potesse dire una parolina, anche piccola, per farci sperare e sperare che non stiamo correndo il rischio di tornare indietro su una cosa così importante per tutta l’Europa», ha aggiunto il governatore. 

«Dalla mia vita istituzionale ho avuto già tantissimo, ma se ci sarà bisogno di me sarò molto felice di essere ancora utile, ma non sono certo io a pretendere nulla». Lo ha detto il presidente della Puglia, Michele Emiliano, rispondendo a una domanda sulla sua disponibilità a candidarsi per un terzo mandato alla guida della Regione.

«Dovranno dirmi dove servo», ha evidenziato Emiliano, interpellato su un possibile interesse a trovare spazio anche in Europa in vista del voto del 2024. «Non ho l’impressione che l'Europa sia proprio il mio terreno di gioco ideale - ha osservato a margine dell’inaugurazione della mostra su Taranto 'L'eredità di tremila anni di storià, allestita negli spazi del Parlamento europeo a Bruxelles -, nel senso che io sono uno molto legato al territorio, al mio territorio, quindi utilizzato fuori forse perderei un pò di capacità competitiva».

LE PAROLE DI MELUCCI

«Serve immediatamente lavorare a un accordo di programma di lungo respiro per il futuro dello stabilimento siderurgico, che è un asset strategico nazionale e in parallelo a quello serve spingere le alternative del territorio come quella dei Giochi del Mediterraneo» per i quali «ancora manca il decreto che deve stanziare i fondi». Lo ha detto il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, a margine dell’inaugurazione della mostra su Taranto «L'eredità di tremila anni di storia», allestita negli spazi del Parlamento europeo a Bruxelles. I giochi del Mediterraneo - ha continuato il sindaco - hanno una ricaduta anche geopolitica nel Mediterraneo per il nostro Paese». «Ci aspettiamo nelle prossime settimane che questi nodi vengano sciolti dal governo», ha aggiunto. Secondo Melucci infine, «è molto importante che il laboratorio di Taranto sia attenzionato da Bruxelles e venga accompagnato, perché la transizione è onerosa, richiede tanti anni di impegno, ma è anche una grande opportunità per i territori come il nostro».

IL COMMENTO DEI VERDI

«Taranto deve affrancarsi dalla monocultura dell’acciaio e che deve transitare attraverso la cosiddetta transizione giusta, utilizzando anche i fondi europei che dovranno essere utilizzati per dire un grande e sempre forte 'no' a chi inquina e 'sì' alle piccole e medie imprese che danno sviluppo e valorizzano le vocazioni del nostro territorio». Lo ha detto l’eurodeputata del gruppo Greens/Efa, Rosa D’Amato, a margine dell’inaugurazione della mostra su Taranto «L'eredità di tremila anni di storia», allestita negli spazi del Parlamento europeo a Bruxelles. «Le risorse del Just Transition Fund "devono essere utilizzate per le alternative economiche e quindi non certo per la grande industria, né per l’acciaio né per la raffineria né per la Marina militare, ma per le piccole e medie imprese» perché «se si vuol fare acciaio, non si può fare a Taranto, non si può fare in quelle condizioni», ha concluso. 

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