BARI - Fabiano Amati, presidente della Commissione regionale Bilancio e coordinatore regionale di Azione, che succede nella politica pugliese dopo il successo del centrodestra a Brindisi? Si è inaugurato un nuovo laboratorio del centrodestra aperto ai liberali?
«Non credo ai laboratori o alle stagioni. Lì c’è stata una convergenza sulle cose da fare, con un candidato riformista, appoggiato da chiunque condividesse il suo profilo e le sue idee, senza pregiudizi, maledicendo cinque anni di “no” a tutto, quelli del sindaco Rossi, e proponendo un programma di “sì” con giudizio. Su questo i cittadini brindisini ci hanno premiato. Nessun esperimento da piccolo chimico ma un atto di realismo e concretezza».
Il centrosinistra è in difficoltà nel costruire le alleanze per Bari. I 5S hanno rifiutato un assessorato, i civici minacciano di andare da soli. Il dopo Decaro che binario potrebbe seguire?
«Bisognerebbe ricominciare dal popolo. Il centrosinistra dovrebbe dire che si fanno le primarie: le persone riescono a fare qualcosa di utile se si mettono in urto. Non bisogna temere il popolo, una selezione di popolo è meglio di una selezione di politicanti. Bisogna avere coraggio, la politica non è fatta solo di carriere da proiettare in alto. Noi di Azione parteciperemo ad un processo di selezione con i gazebo, come proposto da Decaro, idea utile a evitare l’autoreferenzialità. In quella sede potremmo individuare anche un nostro candidato sindaco. La stessa formula sarebbe utile anche per il centrodestra».
Dove andrà Azione?
«Noi tendenzialmente preferiamo coalizioni che sono all’opposizione del governo nazionale».
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