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Lettera delle associazioni di categoria Puglia a Fitto: «Sblocchi l'Fsc»

 
Redazione online

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Pnrr, Fitto dà la sveglia: «Bisogna accelerare»

Hanno sottolineato come i fondi per lo sviluppo e la coesione rappresentino una risorsa irrinunciabile per il tessuto produttivo pugliese, composto per la quasi totalità da micro, piccole e medie imprese.

Mercoledì 14 Giugno 2023, 21:44

BARI -  Le associazioni di categoria della Puglia hanno scritto al ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, per chiedere lo sblocco dei fondi Fsc di competenza della Puglia. In una lettera congiunta, le federazioni regionali di Confartigianato, Cna, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Claai, Confapi, Confcooperative e Legacoop hanno sottolineato come i fondi per lo sviluppo e la coesione rappresentino una risorsa irrinunciabile per il tessuto produttivo pugliese, composto per la quasi totalità da micro, piccole e medie imprese.

«Negli anni scorsi - si legge nella missiva - l’utilizzo del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione ha consentito alle imprese pugliesi di usufruire di risorse aggiuntive rispetto a quelle del Fesr, ottenendo così un ampliamento della platea e la realizzazione di investimenti produttivi altrimenti non realizzabili. Nel periodo pandemico, l’accesso a Fsc ha permesso di sostenere la loro liquidità e, di conseguenza, la tenuta del sistema produttivo Da gennaio a maggio 2023, sono circa 4700 le imprese pugliesi che hanno presentato richieste di investimento per oltre 2,7 miliardi di euro. Di questi, 1,5 miliardi riguardano richieste avanzate da micro e piccole imprese».

Le associazioni evidenziano che «solo per far fronte a questa domanda c'è necessità di circa 1,1 miliardi di euro». «Sono investimenti già programmati - dicono - che purtroppo, a causa delle nuove regole comunitarie, non possono trovare capienza sul Fesr. L’attivazione dei fondi Fsc appare pertanto essenziale. Si tratta di spesa sicura e utile nell’interesse della tenuta e dello sviluppo del nostro intero sistema produttivo: un sistema costituito in larga maggioranza di micro e piccole imprese che sono l’ossatura di una imprenditorialità diffusa e fatta di filiere corte, caratteristiche da molti illustri studiosi considerate decisive per il Pil del Paese intero». 

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