BARI - La Puglia perde ogni anno poco più di 20mila abitanti, l’equivalente della scomparsa di un piccolo centro come Giovinazzo o Ginosa. A dirlo sono i principali indicatori demografici: tra decessi ed emigrazione si perdono annualmente 13 residenti ogni mille, di cui solo metà rimpiazzati attraverso le nascite. Ed è un trend che andrà ad accentuarsi: «Da qui al 2030 - avverte l’assessore alla Salute, Rocco Palese - la Puglia perderà tra i 220mila e 240mila abitanti». Mettendo in crisi un sistema che, oggi, è tarato sugli stessi numeri di un decennio fa.
Il problema ha numerose sfaccettature, ma peserà in modo particolare sul sistema pubblico della salute dove i finanziamenti si basano sulla popolazione. Dal 2023 la Puglia è «ufficialmente» scesa sotto la quota dei 4 milioni di abitanti, che in realtà era stata mantenuta per l’ultima volta nel 2017: il ministero della Salute ha comunicato alla Regione il dato Istat ufficiale (3.900.852) su cui si baseranno i calcoli per il riparto del fondo sanitario nazionale per il 2023. In un solo anno il saldo negativo è stato di 22.941 abitanti, che diventano circa 53mila dal 2020 a oggi.
Gli effetti del calo demografico mineranno ovviamente la tenuta di tutti i servizi a domanda individuale (asili, scuole, università, trasporti), per non dire dei riflessi sull’occupazione. La curva demografica vede oggi il picco in corrispondenza dei 58enni, che sono persone in età da lavoro: tra 10 anni (a legislazione invariata) saranno tutti in pensione, e i 48enni di oggi sono circa 2mila in meno. Ripetere questo ragionamento per tutte le classi si ottiene un aumento progressivo degli ultrasessantenni, cioè a una scarsità di occupabili ad oggi non valutabile ma comunque importante.
La sanità pugliese ha appena chiuso il bilancio 2022 con 149 milioni di perdite, ma solo grazie a un aumento in extremis del fondo nazionale di 250 milioni. La Regione sta cominciando a valutare quale sarà...