PUGLIA - Nessuna divisione. Centrodestra e centrosinistra in Puglia hanno celebrato il 25 Aprile all’insegna dell’unità. Rappresentanti del governo e delle opposizioni si sono ritrovati insieme sia a Bari che a Lecce nella data che segna la Liberazione dal nazifascismo.
bari «Basta polemiche, il 25 Aprile non è una festa di parte ma una festa di tutti». Questo lo spirito con cui esponenti di centrodestra, come il viceministro Francesco Paolo Sisto, e di centrosinistra, come il presidente della Regione, Michele Emiliano, e il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, hanno celebrato la ricorrenza con l’Anpi nel Sacrario dei caduti d’Oltremare di Bari. Presenti tra gli altri anche il sottosegretario Marcello Gemmato e il senatore Filippo Melchiorre (Fdi) e il deputato Marco Lacarra (Pd).
Oltre al presidente del comitato provinciale dell’Anpi, Pasquale Martino, c’erano la prefetta Antonia Bellomo e il generale di squadra aerea Silvano Frigerio, comandante delle Scuole dell’Aeronautica III regione aerea. Dopo la deposizione di tre corone d’alloro da parte di Decaro, Sisto e Martino, è stato quest’ultimo a prendere la parola sottolineando che «la resistenza è cominciata in Puglia». «Già il 9 settembre 1943, un giorno dopo l’armistizio - ha detto - il porto di Bari fu salvato dalla distruzione grazie all’iniziativa del generale Nicola Bellomo. L’antifascismo è incardinato nella Costituzione grazie al lavoro di Aldo Moro, che lottò per non renderla solo una carta “afascista”».
Il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha sottolineato: «Chi fa parte delle istituzioni ha il dovere di coltivare quotidianamente i valori della Costituzione: lavoro, libertà, uguaglianza, antifascismo. La disposizione che impone il divieto di ricostituzione del partito fascista è un punto ineliminabile della nostra storia e ha reso il 25 Aprile una festa eterna». Sulla stessa linea il sindaco Decaro: «Il 25 aprile è un appuntamento con la storia, la storia di un popolo che ha resistito e ha sconfitto il fascismo. I rappresentanti delle istituzioni italiane a inizio mandato giurano sulla Costituzione, impegnandosi a far sì che il passato venga ricordato come monito per il nostro agire quotidiano, perché possa essere principio guida nel nostro presente e nel nostro futuro. Questa giornata non è una festa di parte, ma di tutti».
A margine della cerimonia, il presidente Emiliano è stato netto: «In Italia sono state sprecate troppe parole sul 25 aprile e ne sono servite altrettante per celebrare questa festa adeguatamente. Mi auguro che la Liberazione, con il passare del tempo e rassegnandosi tutti all’evidenza e ai fatti della storia, possa essere considerata con merito la festa di tutti gli italiani che non si sono arresi al nazifascismo».
lecce Nel capoluogo salentino hanno celebrato la ricorrenza, tra gli altri, il ministro Raffaele Fitto, il sottosegretario Alfredo Mantovano, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, che con il sindaco Carlo Salvemini hanno partecipato alla tradizionale cerimonia in piazza Partigiani. «Mi sembra - ha osservato il ministro Fitto - che la posizione che abbiamo da sempre rappresentato sul 25 Aprile vada nella direzione di unire e non dividere. Le parole di Giorgia Meloni sul Corriere della Sera e la presenza mia e del sottosegretario Mantovano qui, sono un chiaro segnale in tale direzione». L’esponente del governo ha rimarcato che «l'obiettivo è di evitare che ci siano queste contrapposizioni, ma da tutte le parti però. Credo che sia questo il messaggio che dovrebbe essere veicolato. L’importante è lavorare ponendosi bene gli obiettivi anche per il futuro del nostro Paese».
E il sottosegretario Mantovano ha rilanciato: «La presenza di esponenti di Governo in quasi tutte le piazze delle città italiane e quella del presidente del Consiglio all’altare della Patria stanno a testimoniare il fatto che il 25 Aprile è una festa di tutti nella quale tutti sono chiamati a riconoscersi senza strumentalizzazioni. La lettera che oggi Giorgia Meloni ha scritto sul Corriere della Sera va in questa direzione».
«La Resistenza, come disse Aldo Moro nel 1975 al Petruzzelli, viene da lontano e va lontano - ha detto la presidente Capone - affonda le sue radici nella storia del nostro Stato risorgimentale e dà il fondamento alla democrazia italiana. Per questo il 25 Aprile non può essere solo un omaggio alla memoria, può e deve farsi ponte verso l’umanesimo della civiltà, il collegamento tra il 25 aprile e il 2 giugno, tra la festa della Liberazione dai nazifascisti e la nascita della Repubblica italiana con il voto, finalmente, delle donne e l’avvento della democrazia. Senza il 25 aprile non ci sarebbe stato il 2 giugno. La libertà - ha però avvertito - non è mai scontata e non è per sempre, si conquista lottando ogni giorno, con il contributo di ciascuna e ciascuno di noi».