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Carabinieri contro furti d’auto, smantellato gruppo criminale tra Bari, Brindisi e Foggia, 9 arresti

 
Redazione online

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Carabinieri contro furti d’auto, smantellato gruppo criminale tra Bari, Brindisi e Foggia

In 5 sono in carcere, altri 4 ai domiciliari per associazione a delinquere, rapina e furti di auto, danneggiamento, ricettazione e riciclaggio

Lunedì 30 Gennaio 2023, 07:23

12:28

Il gip del Tribunale di Bari ha disposto un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 persone (cinque in carcere e quattro ai domiciliari) indagate per associazione per delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione e al riciclaggio di autovetture. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri tra le province di Bari, Brindisi e Foggia. Le indagini, avviate nel giugno del 2020 e proseguite fino al gennaio del 2021, hanno accertato diversi episodi di furto nelle province di Bari, Brindisi e Taranto. In particolare, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip, la presunta associazione criminale costituita da 8 dei 9 indagati sarebbe stata organizzata da un 24enne di Monopoli (Bari) e da un 42enne di Fasano (Brindisi). I due avvalendosi della collaborazione di altri indagati nonché di altre figure esterne (tra cui un venditore foggiano di arnesi da scasso e dispositivi elettronici all’avanguardia), avrebbero messo a segno 37 furti di auto.

L’attività di riscontro dei carabinieri ha consentito di recuperare e restituire ai legittimi proprietari 20 veicoli rubati, oltre 300 parti di veicoli e otto motori di auto e numerosi arnesi da scasso. Dagli accertamenti è emerso che all’interno del presunto gruppo criminale c'erano anche due donne.
L’organizzazione, è stato ricostruito, individuava gli obiettivi e, di volta in volta, assemblava rapidamente, evidenziano i carabinieri, «delle squadre di attacco pronte a rubare in pochi minuti i mezzi, utilizzando strumentazione attraverso la quale bypassavano i sistemi di sicurezza della auto nonché 'jammer' idonei a schermare il segnale dei GPS installati». Subito dopo le autovetture venivano nascoste in località di campagna per le operazioni di 'tagliò dei pezzi di ricambio da rivendere sul mercato illecito.
Attraverso l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, gli inquirenti, hanno rilevato l’utilizzo di un linguaggio criptico convenzionale nella pianificazione ed esecuzione dei furti. La ricerca per organizzazione di un furto si traduceva in inviti ad 'andare a mangiarè; l’auto di staffetta per raggiungere l'obiettivo e scortare il veicolo rubato denominata 'la ragazzà. Gli indagati avevano quale punto di riferimento, per le strategie difensive, sempre lo stesso avvocato, a cui i capi dell’associazione si riferivano «per l’assistenza legale in favore dei sodali». Non sono mancati episodi in cui gli indagati hanno deciso di restituire i mezzi appena rubati, dopo l’intervento di alcuni 'intermediarì ritenuti vicini a clan malavitos

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