BARI - Anche tra i parlamentari eletti in Puglia, così come a livello nazionale, il sì al ripristino delle Province, con l’elezione diretta di presidente e consiglieri, trova un’intesa trasversale, a sostegno dei disegni di legge – ben sei - depositati in commissione Affari costituzionali del Senato.
È d’accordo Ubaldo Pagano (Pd) che sottolinea come «dopo il referendum costituzionale che è stato bocciato dagli italiani, che prevedeva l’eliminazione delle Province, siamo rimasti in un limbo, per cui le Province esistono ancora, sono organi di secondo livello, quindi votati dai consiglieri comunali e questo ha fatto perdere anche quell’impronta democratica che prima avevano. Hanno funzioni ibride, che non permettono loro di esprimere tutto il potenziale che potrebbero avere e, soprattutto, non hanno risorse. Nel momento in cui si sta andando incontro a una riforma costituzionale, avere organi di secondo livello come la Provincia, può essere un fatto positivo».
Il senatore di FdI Filippo Melchiorre invita a un’analisi della questione. «Si tratta di capire che cosa sia venuto fuori in questi anni. Hanno funzionato oppure no? Io vedo più punti di criticità che punti di positività dalla riforma che c’è stata, sicuramente vanno fatti aggiustamenti. Non mi pare, e penso per esempio a quello che è avvenuto a Bari con Antonio Decaro, che abbia brillato nell’attenzione e nella gestione della Città metropolitana. I cittadini, tra le altre cose, non la percepiscono più come una realtà propria. In precedenza, nel bene e nel male, i cittadini la sentivano come un’istituzione, mentre adesso molto meno».
Restando in Senato, anche Dario Damiani (Fi) si dice favorevole al ripristino, sottolineando di «aver fatto parte della prima e unica giunta della Provincia Bat, 2009-2014, il mio parere è positivo. Con il mio gruppo parlamentare e la collega Licia Ronzulli, ero già firmatario, nella passata legislatura di una proposta di legge sul ripristino dell’elezione diretta del presidente della Provincia. Quella è stata una legislatura travagliata, mentre oggi, in una legislatura finalmente più politica, la proposta di legge può trovare il suo giusto sbocco».
Un sì alla riforma anche dall’onorevole Davide Bellomo (Lega) che si dice «totalmente d’accordo perché non si sono abolite le Province, ma si sono abolite le elezioni delle Province. Per i cittadini, sembra che le Province non esistano più, dopo che la legge Delrio aveva fatto quel passaggio. Ora esistono, sono viventi ed è un peccato che i cittadini non scelgano i propri rappresentanti. Quando si parla di ripristino delle Province, io sorrido perché le Province esistono, non si stanno ripristinando. Dobbiamo ripristinare la partecipazione dei cittadini, perché oggi è la politica che decide se stessa».
Elisabetta Piccolotti, deputata (Verdi-Sinistra), marchigiana eletta in Puglia spiega la posizione favorevole ricordando «la contrarietà all’epoca di Renzi, all’idea che si tenesse l’istituzione ma si cancellasse il voto dei cittadini, perché significava ledere un potere democratico, ma soprattutto perché le funzioni che la Provincia svolge sono andate via via deperendo. L’istituzione è stata indebolita, per questo siamo d’accordo al ritorno dell’elezione democratica dei consiglieri provinciali, visto che non si discute di abolirle, serve una soluzione».
Leonardo Donno (M5S) rileva l’opposizione del movimento «a qualunque riforma che abbia come obiettivo quello di ripristinare l’ente provincia nell’accezione di poltronificio. Conosciamo le barriere e le insufficienze che sono affiorate dopo che è stata adottata la riforma Delrio. Siamo disponibili a confrontarci e valutare un ripensamento dell’ossatura delle Province in un’ottica di semplificazione amministrativa e di razionalizzazione. Resta fondamentale che qualunque tipo di riforma dovrà verificarsi senza che ci siano sospette accelerazioni e dopo che il Parlamento abbia adottato i dovuti approfondimenti che riguardano per esempio l’audizione di esperti sull’argomento».