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Pd, Bonaccini a Bari: «Immagino un partito popolare che sta più tra le persone» VIDEO

 
Redazione online (Video Donato Fasano)

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Bonaccini e Schlein, nella sfida i «dem» possono «riscoprire» la sinistra

«Non mi interessa ora parlare di regole. C'è una commissione preposta, vedo che altri si interessano molto di questo, io invece preferisco occuparmi di salario minimo, di sanità pubblica che viene tagliata, di scuola, di ambiente»

Domenica 08 Gennaio 2023, 11:04

09 Gennaio 2023, 17:44

BARI - «Io immagino un Pd popolare , che sta di più tra le persone, che si occupa di più delle cose che ho detto (salario minimo, sanità, scuola, ambiente, ndr) che deve stare dove la gente lavora, fa impresa, studia, si cura, anche si diverte. Un Pd che ha bisogno di partire dai territori, troppo lasciati da soli in questi anni». Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna e candidato alle primarie per la segreteria del Pd, Stefano Bonaccini, rispondendo a domande di giornalisti a margine di un incontro di partito a Bari.

«Basta guardare le candidature alle ultime elezioni politiche - ha proseguito - non c'è un solo dirigente di partito nazionale che abbia avuto il coraggio di candidarsi in un collegio per essere eletto con i voti dei cittadini. Quasi che ci sia un diritto divino a essere candidati, ma senza misurarsi con il consenso elettorale. A differenza di quello che ho fatto io tre anni fa, di quello che ha fatto Michele Emiliano, di quello che hanno fatto tanti sindaci in giro per l’Italia». «Guarda caso - ha concluso - da tantissimi anni non vinciamo o perdiamo le elezioni politiche, e governiamo più di due terzi dei Comuni italiani. Le stesse persone che votano nei territori danno fiducia alle donne e agli uomini che candidiamo a guidare una Regione o un Comune, e la tolgono in parte quando dobbiamo guidare un Paese».

«Non mi interessa ora parlare di regole. C'è una commissione preposta, vedo che altri si interessano molto di questo, io invece preferisco occuparmi di salario minimo, di sanità pubblica che viene tagliata, di scuola, di ambiente, visto che abbiamo pochi anni per salvare il pianeta. Credo che sia quello che interessa ai cittadini, sentire parlare solo di regole, peraltro di un congresso che si svolgerà nel pieno rispetto delle regole democratiche, mi sembra davvero anche continuare ad immaginare un Pd che invece di essere popolare, parla dentro una cerchia di gruppi dirigenti».

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«Vedo che il M5S si occupa molto di noi, penso che dovrebbe occuparsi di più di fare opposizione al governo Meloni, ma avremo adesso una bella occasione visto che anche loro giustamente criticano duramente il governo per questi tagli alla sanità pubblica, penso che con le opposizioni a partire dal M5s dovremmo fare una campagna nel Paese per dire che dopo il covid, che ha mostrato che c'è bisogno di più sanità pubblica soprattutto territoriale, non si capisce perchè il governo di destra tagli proprio dove si dovrebbe investire». «Credo che amministrare oggi rappresenti una bellissima palestra. Certo non tutti sono capaci, però il Pd in questi anni ha tenuto in panchina (a proposito di classe dirigente) una serie di amministratrici e amministratori veramente capaci che ogni volta che si votava riuscivano a ribaltare il risultati che diventavano negativi se si votava a livello nazionale, eppure sono mai stati coinvolti nel gruppo dirigente se non in minima parte. Io non ho in mente il partito dei sindaci, ho in mente un partito in cui oltre agli amministratori ci sono anche dirigenti dei territori che molto spesso sono stati lasciati soli a guidare i circoli, senza un euro ormai in cassa».

«Non puoi pensare di fare alleanze in condizioni di debolezza e quindi di subalternità. Per me non ci sono preclusioni con alleati, nè Terzo polo nè M5s: abbiamo alleanze nel Paese che non sono omogenee perchè ogni territorio ha particolarità e peculiarità. Le alleanze per me non si fanno a tavolino, ma si fanno sui programmi per battere gli alleati. Ma se il pd è forte di conseguenza vedrete che sarà più facile allearsi». Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna e candidato alle primarie per la segreteria del Pd, Stefano Bonaccini, rispondendo ai giornalisti a margine di un incontro di partito a Bari.

Per me, ha aggiunto, «riscoprire la vocazione maggioritaria del partito è l’esatto contrario dell’autosufficienza. Chi potrebbe pensare di candidarsi in un Comune, in una Regione, senza una alleanza larga, civica anche. Purtroppo avete visto alle politiche che cosa è successo, siamo andati da soli o non troppo bene accompagnati e nonostante siamo risultati la seconda forza del Paese nelle urne, la prima dell’opposizione, abbiamo perso nettamente le elezioni perché con questo sistema elettorale devi per forza allearti».
«E' evidente che c'è un momento per noi di difficoltà - ha proseguito - perchè metterci cinque o sei mesi per fare un congresso è roba da marziani. Non da gente che vive nel mondo reale. Rispetto ai tempi e ritmi di vita delle prsone normali. E quindi se divento segretario questa è una delle cose che dovremo cambiare».

«Inutile stare a discutere di numeri, verrà chi vorrà venire. Non siamo in un momento in cui il Pd è particolarmente attrattivo nel Paese. Ci vorrà un pò di tempo per risalire, rigenerarsi, io ho parlato di traversata nel deserto, avremo qualche anno davanti per prepararci alle prossime elezioni politiche. cercheremo di portare più gente possibile». Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna e candidato alle primarie per la segreteria del Pd, Stefano Bonaccini, rispondendo ai giornalisti che, a margine di un incontro di partito a Bari, gli chiedevano quale sia la soglia di partecipazione perchè le primarie possano essere considerate un successo.
«Ecco se invece di discutere di regole parlassimo dei problemi dei cittadini, forse, visto che le regole ci sono, sarebbe anche più facile attrarli a venire a votare. Io peraltro ho in mente un partito che nel guardarsi negli occhi con le persone ritrova una sua radice popolare».

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