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Dissesto idrogeologico, la Puglia è a rischio

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Dissesto idrogeologico, la Puglia è a rischio

Il 90% dei Comuni, specie nella BAT, in pericolo. CC Forestali impegnati per tutelare il territorio

Mercoledì 04 Gennaio 2023, 12:09

In Puglia 9 comuni su 10 (quasi il 90% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense che aggravano lo stato di salute di un territorio già molto fragile per la cementificazione l’abbandono.

La denuncia arriva da parte della Coldiretti Puglia che, in un appsito report diffuso nei giorni scorsi, ha evidenziato come sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico (un concetto che raggruppa tutti quei processi morfologici che generano una degradazione del suolo) e a pagarne i costi oltre ai cittadini-residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori.

«Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda - rileva Coldiretti - il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni. Ma, oltre che dai cambiamenti climatici, il dissesto idrogeologico è spesso causato da interventi scellerati dell’uomo come, per esempio, l’irrigidimento del sistema idrografico, l’escavazione nell’alveo dei fiumi, l’aver adibito i corsi d’acqua a discariche a cielo aperto o l’aver costruito lungo pendici tendenzialmente instabili. Non solo.

Alcune delle catastrofi verificatesi potevano forse essere evitate ponendo maggiore attenzione alla cura del suolo e all’ecosistema. Per questo motivo nel corso del 2022, i Carabinieri Forestali di Puglia, in attuazione del «Piano di azione» del Comando Carabinieri Tutela Forestale e Parchi, hanno effettuato in tutta la regione oltre 2.650 controlli, accertato 196 illeciti amministrativi e 28 penali, contestando sanzioni amministrative per oltre 168mila euro in materia di polizia idraulica e controlli sul rispetto del vincolo idrogeologico.

«Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi - insiste Coldiretti Puglia - a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni».

Proprio la difesa del suolo è l’altro fronte che impegna quotidianamente i Carabinieri Forestali in tutta la regione Puglia a difesa del suolo, è costituito dal contrasto agli illeciti edilizi ed urbanistici, la cui fase accertativa richiede iter istruttori particolarmente complessi sotto il profilo tecnico.

Nella lotta all’abusivismo edilizio ed urbanistico, i Reparti dell’Arma Forestale in Puglia hanno accertato nel 2022 circa 190 reati e 17 illeciti amministrativi, ed effettuato 2.024 controlli, collocandosi tra i più attivi a livello nazionale dopo Lazio e Campania.

I fenomeni di urbanizzazione anche industriale e artigianale delle aree golenali, i prelievi di inerti (sabbia e ghiaia), la ricerca di nuove aree agricole e, in generale, la cementificazione selvaggia e spesso abusiva, hanno contribuito ad aggarvare egli ultimi anni i fenomeni di dissesto idrogeologico.

«Negli ultimi 50 anni - fa notare Coldiretti - è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili».

In questo contesto, pertanto, occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo attesa da quasi un decennio e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio.

«È positiva la scelta del Governo - coinclude Coldiretti - di investire nella manovra sul “Fondo per il contrasto al consumo di suolo”, finanziato con 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e 50 milioni di euro all’anno nel biennio 2026-2027 previsto dalla manovra.

Ma sono anche necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la capacità produttiva del Paese».

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