Tornano a splendere le fiamme (dal simbolo delle mostrine) del 15° reggimento cavalleria Lodi. Il reparto, infatti, è stato ricostituito nella caserma “Nacci” di Lecce, dopo lo scioglimento. Soppresso invece il 31° reggimento carri la cui bandiere di guerra sarà custodita nel sacrario del Vittoriano di Roma.
Il “Cavalleggeri di Lodi” ha alle spalle una storia importante: reggimento della cavalleria dell’Armata Sarda, si distinse nella presa di Porta Pia; durante la prima guerra mondiale fu dislocato prima in Macedonia e poi partecipò alla seconda battaglia dell’Isonzo. Nell’ultimo conflitto, invece, combatte in africa. L’ultima missione è stata in Libano nel 1995. Tre le medaglie d’argento concesse alla bandiera al valor militare e una di bronzo al valor civile. Dunque, autoblindo Centauro al posto dei carri Ariete, sempre alle dipendenze della Brigata Pinerolo.
La cerimonia di riconfigurazione si è tenuta alla presenza, tra gli altri, del comandante delle forze operative Sud, generale Rosario Castellano, del comandante della Brigata meccanizzata “Pinerolo”, generale Giovanni Gagliano, del comandante della scuola di Cavalleria, generale Angelo Minelli, del prefetto e del sindaco di Lecce, Maria Teresa Cucinotta e Carlo Salvemini. Il generale Castellano ha consegnato le nuove mostrine e il copricapo con il nuovo fregio al comandante di reggimento che ha così ufficialmente ereditato, a nome di tutte le donne e uomini che costituiscono l’unità, le tradizioni, lo stemma araldico e il motto “Lodi s’immola”. Hanno presenziato anche gli ultimi comandanti del Cavalleggeri di Lodi che hanno assistito nella cerimonia del 29 ottobre 1995 a Lenta e allo scioglimento del reggimento.
Questo passaggio di specialità rientra nel processo, messo in atto dall'Esercito, finalizzato all’inserimento della componente esplorante all’interno delle Brigate di manovra pluriarma.