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Renzi spara a zero contro il Pd «modello Emiliano»

 
Redazione Primo Piano

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Renzi spara a zero contro il Pd «modello Emiliano»

Una tranquilla domenica di veleni tra Iv e 5s. E irrompe anche Saviano

Lunedì 22 Aprile 2024, 09:15

Tutto divampa. Il «caso Bari» rilancia ed amplifica antichi rancori: metti ad esempio Matteo Renzi che nella sua Firenze fa campagna elettorale per le comunali di giugno ma non resiste alla tentazione di parlar male di Michele Emiliano. Assemblea nazionale di Italia Viva nel capoluogo toscano. Renzi parla della candidata sindaco Stefania Saccardi, già esponente di spicco del Partito democratico poi divenuta punta di diamante di Iv in Toscana. «Noi vogliamo andare con Stefania Saccardi al ballottaggio, se ci andiamo vinciamo. Se non ci andiamo saremo decisivi. Il Pd non è più il partito fiorentino che conoscevamo noi, sta diventando un Pd modello Michele Emiliano, non modello Firenze», le parole di Renzi che da quando Bari è assurta ai fasti della cronaca nazionale per le ultime vicende giudiziarie, non risparmia strali all’indirizzo di quel mondo dem dominato dalla figura del governatore pugliese.

«Per me vedendo i candidati Saccardi è la più credibile - ha aggiunto il leader di Iv -. Io credo che se davvero si sceglie la candidata o il candidato migliore Saccardi va al ballottaggio e vince, se questo non dovesse accadere penso che saremo decisivi nell’indicare il prossimo sindaco di Firenze».

Ma non finisce qui. Renzi sempre a Firenze, ritorna sul caso Bari e sul governatore pugliese. «Tremo al pensiero di Michele Emiliano che torna in magistratura, visto che ormai è imminente la sua fine politica». E ancora: Emiliano «ha sempre scelto di attaccarci in nome del grillismo, ci ha fatto le questioni morali rivendicando la parte di quello serio e onesto, ponendo mille questioni. Rispetto a quelli come lui il tempo non è galantuomo ma un gentleman inglese: anche su Emiliano noi avevamo ragione e gli altri torto», tuona Renzi contro l’ex alleato.

L’occasione soddisfa doppiamente il leader di Italia Viva, visto che può chiamare in ballo anche il Movimento 5 Stelle e quel «laboratorio» che alla Regione Puglia ha visto Pd e grillini governare insieme anche nel nome del primato della legalità. Ecco perché Renzi oggi rimanda al mittente le «lezioni di moralità» dispensate dalla potente maggioranza pugliese di centrosinistra.

e conte puntualizza Torna invece a sfilarsi dall’asse Giuseppe Conte. Di passare per la sponda di Michele Emiliano proprio non gli va giù e infatti ieri a Napoli, ha dichiarato: «Io sarei andato in Puglia per salvare Emiliano? Ma se noi siamo andati a dire usciamo dalla giunta, io sono andato a salvarlo? Ditemi se non sono schiaffi oggettivi. Non potevamo far finta di niente. Tra l’altro - ha aggiunto il leader pentastellato - io usando il termine cacicchi ho richiamato le parole con cui Schlein ha conquistato i voti».

Di fatto, dopo le inchieste della Procura su Bari e dopo le esternazioni di Michele Emiliano sull’inquietante visita a casa della sorella del boss della città vecchia Antonio Capriati, Conte ha consumato la plateale cesura tra il suo movimento e la maggioranza di centrosinistra alla Regione Puglia. Lo ha fatto di persona, con tutti i suoi, proprio nel palazzo del consiglio regionale, quello nuovo costruito in vetro per richiamare trasparenza.

roberto saviano e il prezzo dei voti Le vicende giudiziarie e i veleni politici, in ogni caso, hanno ispirato anche Roberto Saviano, il giornalista sotto scorta che a Perugia, intervistato nel corso del Festival del Giornalismo, ha sparato a pallettoni contro la compravendita di voti. E non solo. «Oggi, lo avete visto anche a Bari, a Catania, si compra un voto per 50 euro, perché chi va a votare pensa che sia talmente inutile farlo, perché sono tutti uguali, che almeno ci guadagno 50 euro. E sapete quando le mafie hanno aumentato i prezzi? In due occasioni: gli 80 euro di Renzi, quando Renzi ha promesso a tutti 80 euro la mafia pagava 90 euro il voto, e sul reddito di cittadinanza, perché le persone dicono: no no, io prendo 500 euro al mese non mi piglio i 50 euro tuoi».

«Paradossalmente - ha detto Saviano - sono state queste le due operazioni che hanno bloccato il voto di scambio nelle aree mafiose, che non sono solo il Sud, perché il voto lo comprano anche qui, anche in Toscana, lo comprano anche in Lombardia».

il rimpasto difficile Michele Emiliano intanto lavora al rimpasto di giunta, dopo lo strappo dei 5 stelle e dopo le dimissioni dell’indagata Anita Maurodinoia. Il governatore è alla ricerca di personaggi di altro profilo, un’operazione che renderebbe più forte e autorevole l’esecutivo e potrebbe scacciare via ogni ombra. L’ex procuratore generale Anna Maria Tosto, l’ex capo della Procura Giuseppe Volpe, l’ex generale della Guardia di Finanza Salvatore Refolo, l’ex prefetta di Bari Antonella Bellomo: sarebbero questi i nomi nella testa di Emiliano, nomi «forti» in grado di ribaltare nuovamente le fortune e restituire all’amministrazione regionale un’immagine di cristallina legalità. Trattative in corso? Da quel che filtra questi come altri personaggi «di alto profilo» avrebbero al momento declinato l’invito del governatore.

Quella che comincia sarà dunque una settimana cruciale. Sempre che sul fronte giudiziario qualcuno degli indagati dei diversi filoni che hanno portato a ben tre diverse ordinanze cautelari, non decida di raccontare qualche retroscena.

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