BARI - Le ipotesi sul tavolo sono tre: la più auspicata ovvero la sintesi che porti a una scelta tra la candidatura di Vito Leccese e quella di Michele Laforgia, le primarie e cioé la consultazione popolare per stabilire il nome unico della coalizione e, la più temuta, ovvero la rottura, con un duello tutto interno al centrosinistra per le amministrative baresi di giugno.
In un panorama così frastagliato e complesso, un ruolo determinante può essere quello di sherpa e pontieri, chiamati a mediare tra le due parti, per trovare la quadra. E sono davvero in tanti quelli che – ufficialmente e non – stanno lavorando per cercare di uscire dal cul de sac nel quale, in questo momento, il centrosinistra pare essere finito.
«Occorre che venga fatta una seria riflessione e non si giochi una partita individuale – invoca Alfonso Pisicchio (Senso civico) – o comunque degli egoismi di partito». Egoismi che proprio i civici ammettono di aver messo da parte per evitare di creare problemi all’intesa. «Se noi avessimo deciso di stare da una parte o dall’altra avremmo ufficialmente spaccato la coalizione – aggiunge – invece abbiamo cercato di espletare tutti i tentativi per unire il centrosinistra» e, in questo momento di grande difficoltà, le primarie potrebbero essere una exit strategy, se non proprio la soluzione. «Io ero contrario alle primarie, perché spesso inducono a una divisione, lasciano un senso di amarezza, non generano l’entusiasmo per tenere insieme la coalizione in maniera utile. A questo punto, però – continua Pisicchio - dopo che abbiamo esortato a trovare una soluzione condivisa e non avendo avuto nulla di serio come risposta, ci siamo appellati anche alle segreterie nazionali per avere qualche segnale. Ma, se non ci sono condizioni di sintesi tra le personalità in discussione, quali sono i sistemi per tirare fuori una soluzione unitaria? E quindi – prosegue – anche se io ero contrario in un primo momento, penso che andare alle primarie possa essere una soluzione. Bisogna però capire se si sia d’accordo, anche alla luce delle posizioni critiche nei confronti delle primarie, perché se arrivano altri no nei confronti dei gazebo, allora vuol dire che hanno deciso di andare spaccati, è un tema di grande preoccupazione per noi».
Resta da capire se i margini per un confronto ci siano ancora o se, anche alla luce del fatto che, insieme alle comunali si voterà anche per le europee, dove ognuno correrà per sé, alla fine l’auspicata sintesi non verrà trovata.
«Bisogna capire se si voglia uscire davvero da questa situazione – punge Alberto Tedesco, coordinatore regionale Psi – è questa la prima domanda da porsi e poi chiedersi come se ne esce. Non ci sono margini di trattativa – taglia corto l’ex senatore – sono state tentate tutte, senza esito, purtroppo, soprattutto quando, da parte del Pd, si parte da posizioni intransigenti». Tentativi falliti che per Tedesco richiamano «alla storia di lupus et agnus, adesso credo che se ne possa uscire soltanto accettando di fare le primarie, naturalmente con regole di trasparenza che possano essere rispettate da tutti e forse così riusciamo a dare una risposta definitiva». Tedesco sottolinea di aver tentato anche «la strada del ticket tra Laforgia come candidato sindaco e Leccese suo vice, che è la soluzione che sembra stiano adottando nel centrodestra. “La responsabilità più grande di Decaro – aggiunge ancora, facendo un riferimento al sindaco uscente – è di non aver allevato un delfino e anche la storia di Leccese è stata gestita male perché si doveva iniziare un anno fa, magari chiamandolo in giunta, non è bello che il capo di Gabinetto si candidi a sindaco».
Le trattative, insomma, paiono davvero arenate, mentre il segretario cittadino del Pd Gianfranco Todaro sta ancora lavorando all’ipotesi della convocazione del tavolo di coalizione per martedì 27, nonostante l’invito sia stato rispedito al mittente sia dal gruppo che sostiene Laforgia che dal M5S.