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«Autonomia differenziata, la sinistra è responsabile», a Lecce parla Fitto

 
Mimmo Mongelli

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Mimmo Mongelli

«Autonomia differenziata, la sinistra è responsabile», a Lecce parla Fitto

Il ministro: tutto parte con la modifica del Titolo V della Costituzione. «Il Governo non ha nessun obbligo di dare queste risorse alle Regioni ma è una scelta fatta dall’Esecutivo»

Domenica 18 Febbraio 2024, 09:57

LECCE - Il peccato originale, sull’autonomia differenziata, lo ha commesso la sinistra.

Questa, in sintesi, la bacchettata che il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione, il Pnrr, Raffaele Fitto, ha dato alla sinistra senza – peraltro – mai citarla esplicitamente, ma con la destrezza tipica della scuola democristiana ricordando il passaggio nodale che ha portato alla modifica del Titolo V della Costituzione che ha riconosciuto alle Regioni materie concorrenti con lo Stato su cui legiferare.

Ma i peccati della sinistra, sul tema, riguardano anche la proposta di alcune Regioni di ottenere l’autonomia differenziata: tra queste Emilia Romagna e Toscana. E Fitto non si è fatto scappare l’occasione per ricordare questi tasselli, ieri mattina, all’assemblea pubblica di Confindustria Lecce su “Il Sud che vogliamo. Lavoro e impresa per crescere”, al centro congressi di Ecotekne a Monteroni. Il ministro ha voluto ribattere alla critiche e alle perplessità che l’autonomia differenziata ha generato e che anche ieri mattina sono state oggetto di richiami negli interventi che si sono succeduti.

«Chi oggi è in piazza contro l’autonomia – ha detto Fitto rispondendo alle domande del direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia Rosario Tornesello – dovrebbe ricordare che la sua parte politica ha modificato la Costituzione consentendo di poter fare l’Autonomia, perché altrimenti non staremmo parlando di questo. Noi possiamo costruire due Mezzogiorni d’Italia, uno quello che vive sul fronte dell’assistenzialismo dove la risorsa pubblica determina le scelte e condiziona verso il basso le opportunità e le possibilità; oppure quello di mettere in campo un sistema che sia in grado di cambiare profondamente alla base lo sviluppo del Mezzogiorno. Non è solo una posizione del governo – ha precisato Fitto – basta leggere l’ottavo rapporto sulla coesione della Commissione europea per capire qual è l’impatto negativo che abbiamo avuto in questi anni, dall’utilizzo di queste risorse con una logica di frammentazione. Decine e decine di migliaia di piccoli interventi e non interventi infrastrutturali che possano realmente incidere positivamente, cambiando le prospettive dello sviluppo del territorio».

Ma la motivazione madre, che secondo Fitto giustifica il ricorso all’autonomia differenziata è quello di rendere maggiormente responsabili gli amministratori regionali e locali.

Un argomento, questo, che fu il mantra della delega alle Regioni per la gestione della sanità che ha prodotto 20 diverse gestioni della salute pubblica a danno, in particolare, dei cittadini del Mezzogiorno. Un dato, questo, che meriterebbe una riflessione.

Il ministro ha poi negato che sui fondi di coesione ci siano ritardi, anzi. «C’è un cronoprogramma finanziario e temporale, questo lavoro è stato messo in campo per scelta del Governo – ha spiegato Fitto – che non ha nessun obbligo di dare queste risorse alle Regioni ma è una scelta fatta dal Governo, anche sulla base di quanto accaduto in passato perché, bisogna ricordarlo, che la percentuale di utilizzo di queste risorse non è stata esaltante, tanto per usare un eufemismo, come ci confermano i dati della Ragioneria generale dello Stato».

«Abbiamo sottoscritto dieci intese – ha ribadito Fitto –: venerdì con la Regione Calabria, in altre quattro Regioni l’intesa è già chiusa, in altre stiamo lavorando positivamente e credo che nel giro di un mese verranno a conclusione altre sottoscrizioni di queste intese. Non amo fare polemica - ha concluso -, dico solo che stiamo portando avanti questo lavoro con tutte le Regioni italiane con lo stesso metodo. Contestare questo metodo non è un problema che riguarda il governo che lo ha messo in campo con un provvedimento di legge e lo ha condiviso di fatto con quasi tutte le Regioni italiane».

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