Senatore Zullo, l’onorevole Stefanazzi dalle colonne della Gazzetta accusa il Governo Meloni di voler introdurre un neo-centralismo a scapito del protagonismo delle Regioni. È proprio così?
«Capisco l’onorevole Stefanazzi. Ha esercitato un ruolo molto particolare accanto al Presidente Emiliano nella gestione di ingenti fondi comunitari e oggi teme per un depotenziamento del potere clientelare di Emiliano. In questo senso Stefanazzi sbaglia nel generalizzare una sua preoccupazione tutta pugliese che mette in difficoltà questo potere clientelare di Emiliano
Ma non credo che sia proprio così.
«Riflettiamo insieme rispondendo ad alcuni quesiti che dobbiamo porci. È un dato ineludibile che c’è una necessità di coordinamento dei fondi comunitari in considerazione di target di spesa molto bassi? È un dato ineludibile che ad oggi si sono realizzati disuguaglianze tra territori, tra comuni amministrati dalla parte politica che governa una Regione e i restanti in dispregio della strategicità degli investimenti e delle opere in funzione dei reali bisogni dei territori e delle collettività? Se, come io auspico, si risponde oggettivamente e quindi affermativamente a queste domande, ci si rende conto dell’encomiabile opera del Governo Meloni e del grande lavoro del Ministro Fitto».
Quindi nessun neo-centralismo?
«Guardi il Presidente Meloni e il Ministro Fitto stanno girando in tutte le Regioni per sottoscrivere Accordi di Programma che rendono sublime un rapporto interattivo e coordinato tra Governo e Regioni. Accordi nei quali il protagonismo è delle Regioni che svolgono in pieno il proprio ruolo di rappresentanza dei territori e dei cittadini corregionali».
Lei disegna uno scenario ed una strategia di intervento tutto sommato interessante. Possibile che non venga compresa dai vostri avversari politici?
«Non si possono negare le difficoltà dei nostri avversari politici ad ammettere tutti gli errori compiuti negli ultimi dieci anni di Governo e battono un colpo per evidenziare la loro esistenza criticando tutti gli interventi che il Governo Meloni sta mettendo in campo per porre rimedio agli effetti deleteri determinati dalle politiche da loro messe in campo. Di certo c’è che questi uccelli del malaugurio vengono ogni giorno smentiti dai fatti e dai risultati del Governo Meloni. Abbiamo con il Presidente Meloni e con Ministro Fitto raddrizzato il PNRR ed ottenuto perfino la quarta rata con il plauso della Commissione Europea sconfiggendo le cassandre delle opposizioni che trovavano ampio spazio in Puglia in autorevoli rappresentanti della politica pugliese come Decaro ed Emiliano. Abbiamo garantito, nonostante il caro energia, il caro materiali, le difficoltà belliche e geo-politiche, il finanziamento di tutte le opere previste dalla formulazione iniziale del PNRR attraverso la pregevole intuizione del Ministro Fitto di porre in essere un coordinamento dei fondi del PNNR con i fondi della Coesione e del Repower Eu in funzione delle scadenze di ultimazione e di collaudo delle opere al fine di non perdere nemmeno un euro e garantire la piena realizzabilità delle opere. Per rendere chiara la strumentalità delle opposizioni, come se non bastasse come elemento di prova, è il dibattito di questi giorni sulla scadenza al 31 dicembre del mercato tutelato in tema di energia. Per giorni questa uscita è stata addebitata al nostro Governo per poi scoprire che chi aveva assunto questa decisione sono stati proprio loro con la formulazione iniziale del PNRR ed oggi non si può porre rimedio alcuno a meno di un disperato tentativo di pietire con il cappello in mano un improbabile intenerimento da parte della Commissione Europea che non avrebbe alcuna base giuridica se non una concessione di favore. Ed anche su questo si sta facendo un tentativo. Mi permette di lanciare un appello a tutte le forze politiche e dirigenziali ad ogni livello?
Certo, dica pure?
«Fino al 31 dicembre 2029 ci giochiamo il futuro dell’Italia in termini di crescita e di miglioramento infrastrutturale del nostro Paese. Entro il 30 giugno del 2026 dobbiamo spendere tutti i fondi del PNRR su opere che a quella data devono essere ultimate e collaudate pena la restituzione delle somme (per un terzo acquisite a debito) all’Europa e necessità di completare le opere con fondi del bilancio dello Stato. Allo stesso modo entro il 31 dicembre 2029 dobbiamo spendere i fondi della Coesione. Il Governo con il ministro Fitto sta lavorando alacremente ed incessantemente per raggiungere questi obbiettivi in un costante rapporto di dialogo ad ogni livello istituzionale con la Commissione Europea, con le Regioni, con le Province e le Città Metropolitane e con i Comuni affinché tutti, soggetti programmatori e soggetti attuatori chiamati a realizzare le opere alle scadenze prefissate, si lavori all’unisono per non disperdere questa grande e unica occasione per l’Italia. Quindi consiglio al collega Parlamentare Stefanazzi, al Presidente Emiliano, al Sindaco Decaro di smetterla e di abbandonare la polemica sterile ed improduttiva e di adoperarsi per il bene della nostra Regione e dell’Italia».