L’Italia è uscita dalla crisi innescata dalla pandemia, vivendo un momento di ripresa economica più ampia rispetto a quella di altri Stati dell’area euro. A confermarlo è il dato sul Pil, cresciuto del 3,7% nel 2022, migliorando il mercato del lavoro sia in termini di qualità sia di quantità. La fotografia del contesto economico e sociale italiano è stata scattata dal XXII Rapporto annuale Inps, presentato oggi agli studenti dell’università Aldo Moro di Bari nell’ambito dell’iniziativa Ateneo della previdenza.
Presenti, fra gli altri, il commissario straordinario dell’Inps Micaela Gelera, il rettore dell’università di Bari Stefano Bronzini e il direttore centrale Inps Studi e ricerche Gianfranco Santoro. Dal documento, riferito al 2022, emerge sia un aumento del numero degli assicurati (oltre 26,2 milioni) sia del numero medio di settimane lavorate. La ripresa, spiega Inps, ha «ha garantito una maggiore stabilità e sostenibilità del sistema previdenziale italiano» e ha ridotto l’utilizzo «degli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione guadagni, la cui spesa totale si è ridotta dai sei miliardi di euro del 2021 al miliardo del 2022».
A crescere è stata anche la spesa per le pensioni, aumentata del 3,8%, meno dell’indice dei prezzi al consumo (più 8,1%). L’importo medio delle pensioni di anzianità o anticipate si è attestato su 1.915 euro al mese. Quelle di vecchiaia su 889 euro mensili. Quanto ai trattamenti pensionsionistici di natura assistenziale, come le pensioni di invalidità civile, sono cresciuti di 18mila unità.
NEL 2022 CONGEDO PATERNITA' +20%, LONTANO DA MEDIA UE
Nel corso del 2022 il 90% degli aventi diritto ha ottenuto l’assegno unico e universale. Il dato è contenuto nel XXII Rapporto annuale Inps, presentato oggi agli studenti dell’università Aldo Moro di Bari nell’ambito dell’iniziativa Ateneo della previdenza. Per agevolare un migliore equilibrio fra vita familiare e lavoro, il congedo di paternità è stato reso obbligatorio anche per i dipendenti pubblici, mentre è stata ampliata la durata e il periodo indennizzabile del congedo parentale. Inps rileva un aumento "delle domande di congedo parentale sia per le mamme sia per i papà», soprattutto «durante i periodi estivi», con l’utilizzo che si concentra «soprattutto nella fascia di età fino a tre anni».
Le donne restano le utilizzatrici principali. Quanto al congedo di paternità, «sebbene sia aumentato di quasi venti punti percentuali dal 2018, raggiungendo il 64%, si posiziona - secondo Inps - su livelli ancora distanti da quelli che caratterizzano gli altri Stati dell’Unione europea». Passando al reddito di cittadinanza, abrogato dalla legge di bilancio 2023, nel 2022 ha subito un forte rallentamento. Inps evidenzia che "il numero di percettori aveva raggiunto il valore massimo a luglio 2021, con 1,4 milioni di nuclei familiari», mentre a dicembre 2022 «i nuclei percettori erano circa 1,2 milioni», per scendere a «poco più di un milione nel 2023». Inps evidenzia, infine, che il reddito di cittadinanza è stato sostituito con due misure: l’assegno di inclusione, dal primo gennaio 2024, e il supporto per la formazione e il lavoro, in vigore dal primo settembre 2023».
«Nel corso del 2022 l’assegno unico e universale ha raggiunto dieci milioni di bambini, con una spesa di 16 miliardi di euro nel 2022». Lo ha detto il commissario straordinario dell’Inps, Micaela Gelera, a margine della presentazione del XXII Rapporto annuale Inps all’università di Bari. Quanto al documento, «mette in evidenza un aumento del numero dei contribuenti e degli assicurati - ha aggiunto - quindi una tenuta del sistema previdenziale. In evidenza ci sono soprattutto le misure messe in campo per per favorire l'inclusione lavorativa per le donne, attraverso i bonus asili nido, l’allargamento del congedo parentale, l’estensione del congedo di paternità ai dipendenti pubblici e le misure a sostegno delle famiglie con figli attraverso l’assegno unico e universale».
«Sono misure - ha evidenziato - che vanno a favore delle famiglie e contrastano la riduzione della natalità. Quanto alla situazione in Puglia, Gelera ha spiegato che «la richiesta di queste misure è in linea con la media del Sud Italia. Bisogna puntare a mantenere quel patto generazionale che c'è nel sistema pensionistico, incrementando la produttività del Paese».
«La previsione per il 2024, dal punto di vista dell’occupazione, è di una minore crescita. C'è un problema legato a fattori esterni, come l’inflazione che morde i salari, rispetto ai quali nel 2023 sono stati messi in atto provvedimenti, confermati nel 2024, grazie ai quali si prevede un recupero del potere di acquisto attraverso la decontribuzione dei contributi a carico dei lavoratori». Lo ha detto il direttore centrale Inps Studi e ricerche, Gianfranco Santoro, a margine della presentazione del XXII Rapporto annuale Inps all’università di Bari. Sul fronte pensionistico, ha aggiunto, "la legge di bilancio ha contenuto gli interventi di flessibilità, e li ha riproposti con piccole varianti che hanno ristretto il bacino di utenza. Quindi il tentativo è di contenere la spesa pensionistica, che è legata all’inflazione con un rapporto molto stretto».