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Valenzano al ballottaggio: il confronto tra l'uscente Romanazzi e l'avversaria Morisco

 
Alessandra Colucci

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Alessandra Colucci

Valenzano al ballottaggio: il confronto tra l'uscente Romanazzi e l'avversaria Morisco

una panoramica di Valenzano

Il primo: «C'è chi ha fatto del male, è ora di voltare pagina». La seconda: «Delusa dal primo turno ma non mollo»

Martedì 23 Maggio 2023, 13:00

BARI - Giampaolo Romanazzi, sindaco uscente di Valenzano, che non è riuscito a terminare il mandato, ha deciso di riprovarci e, al primo turno, è arrivato al 46,08%, solidamente primo, sostenuto da un gruppo di cinque liste civiche, contro la diretta avversaria, Maria Morisco.

Come giudica questo risultato?

«Siamo stati colpiti piacevolmente dal risultato, nel senso che, con lo sforzo che abbiamo fatto nel creare una coalizione unita e coesa, sapevamo di rinunciare a portatori di voto storici. La cittadinanza ha compreso questo messaggio e ha capito che ci siamo sforzati di parlare di programmi e di parlare con le persone e non delle persone. Peccato per quei pochi voti che mancavano per vincere al primo turno. Ma ora abbiamo ricominciato a parlare con le persone e soprattutto con chi, sfiduciato e allontanato dalla politica, non è andato a votare».

Quando parla di portatori di voto storici, a chi si riferisce? Ad ex alleati?

«Quello che voglio dire è che rispetto al passato, diciamo che abbiamo fatto una coalizione guardando molto di più alla possibilità di amministrare serenamente dopo».

A proposito di amministrazione serena, lei viene da un’esperienza come primo cittadino abbastanza travagliata. Perché ha deciso di riprovarci?

«Perché in quei due anni e mezzo o poco più, oltre alla gestione della pandemia, abbiamo messo su progetti e preso risorse che possono effettivamente cambiare il volto del paese, quindi ci tenevo a non lasciare a metà quel percorso, portandolo a compimento».

Come considera il fatto che la sua diretta avversaria al ballottaggio sia stata anche sua vicesindaco nella prima parte del mandato?

«Non lo vedo in alcun modo. All’epoca lei si dimise da vicesindaco, adducendo motivazioni personali, successivamente ha valutato di candidarsi con una coalizione, secondo me molto eterogenea e che fondamentalmente è tenuta insieme più da una sommatoria di voti che ritenevano utili a batterci, che da un progetto politico. Noi abbiamo puntato maggiormente su un progetto politico e sulla possibilità di governare finalmente questo paese per un mandato amministrativo intero, cosa che a Valenzano succede raramente».

Come immagina Valenzano tra cinque anni, alla fine di un’ipotetica amministrazione Romanazzi?

«La immagino un paese in cui i luoghi principali siano completamente rifatti e siano vivi, in cui il centro storico venga valorizzato e si senta meno la differenza tra le periferie e il centro, anche tramite quella serie di progetti di cui parlavo prima. Un paese nel quale le strutture sportive finalmente avranno dignità e potranno essere riconsegnate ai ragazzi e lo immagino un paese vivo in cui le persone perbene vengano valorizzate e abbiano spazio».

Pensa che questa sia la volta buona perché Valenzano possa avere un’amministrazione tranquilla e non più travagliata?

«Io auspico che, a prescindere da chi vinca, tutta la classe politica del paese abbia compreso quanto la continuità amministrativa sia un valore e sia quel valore che ha permesso ai paesi limitrofi di crescere. Se si fa tesoro di questo, credo sia la volta buona».

L’ago della bilancia è in mano al terzo arrivato, Tonio De Nicolò che ha raggiunto il 14,47%. Come coalizione state pensando a un dialogo con altre forze?

«Lui ha già dichiarato che lascia libertà di voto ai suoi elettori. Io ho detto da subito che la cosa da fare era andare a parlare con i cittadini, soprattutto con quelli delusi e con chi ha fatto un’altra scelta al primo turno. Ci concentreremo principalmente su questo».

Che cosa dice ai cittadini di Valenzano?

«Dico loro che la politica non è tutta uguale e che smettere di crederci non può far altro che agevolare chi ha già fatto tanto male a questo paese. Anche non scegliere è una scelta e quindi credo che invece sia il momento di scegliere tutti insieme e scegliere per il meglio».

Maria Morisco, candidata per un cartello di liste civiche più Forza Italia, andrà al ballottaggio contro il sindaco uscente Giampaolo Romanazzi, per il governo di Valenzano.

È arrivata seconda con il 38,23%, è soddisfatta del risultato?

«È un risultato non bellissimo, ma diciamo buono. Mi aspettavo un po’ di più, mi aspettavo un maggiore sostegno da parte della popolazione. Romanazzi è certamente un sindaco uscente, ma uscente perché è stato sfiduciato e un motivo ci doveva pur essere per questa sfiducia che ha ricevuto. Nella mia campagna elettorale ho sempre parlato, non a caso, di rinascita di Valenzano. Ho anche l’hashtag #valenzanorinasce».

Come mai ha puntato la campagna elettorale su questo concetto?

«Perché ha un significato molto particolare. In questo momento Valenzano sta vivendo una fase di decadimento assoluto sotto tutti i punti di vista, sta vivendo un momento di impoverimento anche culturale, è un paese sporco, che io non riconosco. Vivo qui, sono nata qui, sono stata qualche anno fuori, ma adesso non lo riconosco per niente. Credo che un po’ le colpe siano di tutti i sindaci che si sono succeduti in questi ultimi dieci anni. Quindi non do la colpa in particolare al sindaco uscente, in quasi tre anni non poteva fare miracoli, però non c’è stato nessun miglioramento. Questa è la situazione di Valenzano».

Per cosa si sta impegnando in questa campagna elettorale?

«Non ho fatto promesse, non ho fatto voli pindarici. Ho cercato di metterci la faccia. Da quasi trent’anni sono un dirigente scolastico. Ho tutto da perderci e nulla da guadagnarci. Ho cercato di mettere sul piatto le mie competenze, riconosciute, per la gestione delle scuole, che sono grandi scuole, che ho portato avanti con successo, perché ho sempre lavorato con un grande impegno. L’ultima scuola che ormai dirigo da quasi dodici anni è proprio il Cartesio, il polo liceale che sta avendo riconoscimenti di tutti i punti di vista».

Quindi, alla luce di questo grande impegno, i numeri ottenuti al primo turno l’hanno delusa…

«Mi aspettavo un consenso più plateale, però va bene lo stesso, non molliamo, perché continueremo a combattere fino al 28 e al 29 maggio».

Quando dice di non avere nulla da guadagnarci, cosa intende?

«Significa che in questo percorso ho tutto da perdere: la mia professione che sicuramente verrà messa da parte per questo nuovo impegno. Ho da perdere la mia poltrona che è decisamente molto più tranquilla, rispetto a quella di sindaco di Valenzano, perché questo è un paese complesso. Ho da perdere un po’ di serenità. Mi sto giocando anche la faccia, la mia reputazione che, come succede sempre in politica, viene messa in discussione».

È alla prima esperienza elettorale?

«Sì, è la prima esperienza di campagna elettorale, però ho fatto una prima esperienza proprio con il sindaco uscente, nei primi suoi dieci mesi».

Con quale incarico?

«Ero vicesindaco e assessore alla Pubblica istruzione».

Come immagina Valenzano nel futuro?

«La mia Valenzano la immagino in un futuro ipotetico, in pochi anni non può riprendersi del tutto. In pochi anni si possono dare dignità e vivibilità, non si possono fare voli pindarici».

Tornando alla sua delusione per i risultati, quello che è successo nelle urne è stato cancellato, si ricomincia. Come sta affrontando queste ulteriori due settimane?

«Penso di poter dialogare di più. Questa volta i cittadini devono dare solo un consenso al candidato sindaco. Molti non mi conoscono, devo farmi conoscere di più. Questo penso abbia influito molto sui cittadini. Sto cercando di organizzarmi anche con i ragazzi delle liste sui social, loro li utilizzano più facilmente. La tecnologia è stata una nostra pecca».

Crede che FdI, che in Tonio De Nicolò aveva un proprio candidato, possa trovare una convergenza sul suo programma?

«Sì, potrebbe trovarla. È ancora tutto campato in aria, Ci stiamo ragionando, non è escluso».

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