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Indotto Stellantis, lo sciopero si allarga

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

Indotto Stellantis, lo sciopero si allarga

Oggi presidio alla Fdm di tutta la logistica. Ieri treno bloccato dai lavoratori

Martedì 16 Gennaio 2024, 11:18

«Il principale obiettivo di tutti è quello di individuare soluzioni percorribili per gli operai che perdono il lavoro a causa del mancato rinnovo degli appalti. Per giungere a un risultato efficace è necessario che, mentre si sviluppano le trattative per la tutela dei livelli occupazionali, prenda forma una strategia di breve periodo in grado di rigenerare la competitività delle filiere produttive legate allo stabilimento Stellantis». Il piano della Regione per affrontare la crisi delle aziende dell’indotto l’assessore regionale alle Attività Produttive, Michele Casino, la spiega davanti agli operai della FdM e della LAS in presidio permanente dopo la comunicazione dell’azienda di licenziarli per mancanza di commesse (ieri i lavoratori hanno invaso i binari della stazione della cittadina federiciana bloccando un treno merci poi ripartito).

L’indotto Stellantis resta l’anello debole del comparto automotive in Basilicata. E la vicenda delle due aziende della logistica lo dimostrano. La transizione energetica, la concorrenza con i mercati internazionale, l’internalizzazione dei servizi sono diventati una mannaia sulle aziende “satelliti” di Stellantis e sui loro addetti. «La nostra attenzione è massima. Siamo consapevoli di quanto sta accadendo», rassicura, raggiunto telefonicamente dall’assessore Casino, il ministro per le Imprese ed il Made in Italy, Adolfo Urso, che annuncia, a breve, una sua visita istituzionale in Basilicata.

«Fare presto», ripetono all’unisono i lavoratori, i sindacati (che oggi con tutte le aziende della logistica saranno in sciopero ed in presidio permanente davanti ai cancelli della FdM) e gli amministratori degli otto comuni del Vulture che si erano appellati nei giorni scorsi alla Regione e che oggi Fare presto con i bandi per la riconversione e l’innovazione legati al riconoscimento di crisi di area complessa. Un appello ribadito anche ieri dai sindacati. «Alla Regione chiediamo di costruire un patto per il distretto industriale di Melfi, che appresti ammortizzatori sociali per accompagnare la transizione e che costituisca un bacino degli attuali lavoratori dell’indotto Stellantis affinché le nuove commesse vadano a loro beneficio, compensando le perdite di posti di lavoro che stanno avvenendo in questi mesi. Al Governo chiediamo di varare provvedimenti che restituiscano competitività alla intera filiera e di apprestare strumenti straordinari di tutela per i lavoratori», chiedono in una nota congiunta i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr.

«Dobbiamo imporre che anche chi prende le commesse fuori dal territorio di Melfi - e questo accadrà - salvaguardi l’occupazione qui. Non può pensare Stellantis di far produrre fuori dall’Italia e portare qui – commenta il segretario della Fismic, Pasquale Capocasale -.Servono i bandi per l’area di crisi complessa, per dare la possibilità alle aziende di riconvertirsi, di diventare più competitive altrimenti sono fuori dal mercato Per questo chiediamo che escano i bandi. Bisogna fare in modo di farli».

Parole che si sommano a quelle di Gerardo Evangelista, segretario regionale della Fim Cisl. «Dobbiamo intervenire oggi per trovare il metodo e il merito, per trovare innanzitutto una soluzione per i lavoratori. - spiega l’esponente Cisl –. Il 2024 è l’inizio di un percorso che aprirà alle possibilità di un rilancio di Melfi ma anche alle problematiche che usciranno fuori. Abbiamo prodotti elettrici ma sappiamo che perderemo tre auto che oggi danno supporto e forza all’indotto». E la richiesta di accelerare viene anche dal segretario regionale della Uilm, Marco Lomio. «Bisogna fare presto, non c’è più tempo perché nel giro di qualche mese partono le macchine elettriche ed escono le endotermiche - evidenzia il segretario - L’indotto deve esistere ecco perché chiederemo, con forza, un tavolo permanente. Le future commesse devono essere assegnate a questi lavoratori».

Già i lavoratori. La preoccupazione è tutta lì. Concentrata sul futuro degli addetti della FdM, della LAS e sulle loro famiglie. Ma anche sui lavoratori delle altre aziende. «Rivendichiamo investimenti veri sul settore dell’automotive a partire dalla formazione, dall’inserimento dei lavoratori nuovi all’interno del ciclo produttivo - precisa Giorgia Calamita, segretaria regionale della Fiom -. C’è la necessità di intervenire non solo sui bandi, ma anche nel rapporto con Stellantis e nel rapporto con il Governo. Perché ci siano risposte concrete e non solo di immagine. Di qui a tutto il 2024, tutti i lavoratori sono in cassa integrazione. C’è un problema di salario e la questione delle commesse è legato a questo ragionamento. C’è anche Ia questione degli incentivi all’esodo: oggi ci sono 1450 i fuoriusciti ma quando Stellantis si fermerà?».

Insomma, i nodi non mancano e l’obiettivo dei sindacati è tenere alta l’attenzione. Come sottolinea anche il segretario provinciale di Potenza, Giuseppe Palumbo. «L’azienda Stellantis deve fare un pochino di più di sforzi per tenere compatto tutto il comprensorio – aggiunge Palumbo - Come Ugl facciamo nostra la richiesta alla Regione affinché si continui a monitorare sulle attività e l’entrata in produzione delle prime vetture elettriche», precisano da giorni gli esponenti dell’Uglm. Rafforzando l’idea che tocchi alla Regione sciogliere i nodi intricati dell’indotto Stellantis. Come quello di FdM e LAS ma anche come quelli che riguardano le altre aziende. Perché su una cosa tutte le parti coinvolte sono d’accordo: si deve fare presto.

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