«In un mondo John e di Paul», molto probabilmente Peke si sente Ringo Starr. Diversamente non si spiega perché il titolare di una avviata attività di somministrazione di «soluzioni spiritose», sui social si definisca «garzone» della propria.
E questa non è pubblicità e men che meno occulta, ma già nella scelta di chiamare il cocktail bar di cui è titolare realizzando una crasi (niente di illegale) tra bar e farmacia denota eccesso di ebbrezza o di simpatia. Delle due l’una. O «3vv/dì» ogni 8 ore, entrambe.
Ma a pensarci bene, poi neanche tanto, garzone dev’essersi sentito, Peke. O forse - proprio tutta tutta o tutta giusta - non ce la sta raccontando se da qualche tempo a questa parte i suoi cocktail, quelli firmati «Peke Bochicchio», sono entrati in 9 menù nazionali di un noto franchising di spritz potentino. E questa è la notizia.
Tutto ciò quale apice di una serie di altri eventi di cui il Bochicchio si è reso protagonista negli ultimi anni: aver dato alcol alla cardioaspirina («il drink che fa bene al cuore»), accumulato premi per il «Grazie al Caffo» («Miglior Drink Azienda Caffo» per BarItalia); imbottigliato acqua nel «golden pack» come fosse latte fresco («Miglior cocktail for the planet», giugno 2023), essere entrato nei migliori bagni domestici con i «Kit di Primo Soccorso» a base di Negroni mandorlato.
Salvo autodenunciarsi e finire al fresco (di una cella frigo) nel settembre ‘23 («Frigobarman», titolava il post Instagram).
Ma Peke colpirà ancora, lo apprendiamo dai giornali: più rapido del Covid (ma leggermente meno letale) entrerà nuovamente nei menù di tutta Italia. Tre su dieci le proposte di spritz finora rilasciate, in apposite provette, ampolle, alambicchi...
E quanto è vero che il barmacista non lo si riconosce dal camice («non è mica da questi particolari che…»), Peke «nonSiLimitaNò» a fornire soluzioni alcoliche, ma ne illustra rigorosamente dosi e posologia ai paz… clienti. Altrimenti zero differenze col reparto alcolici del più dozzinale supermercato (non a caso si finisce tra i «100 (migliori) posti dove bere bene» de «La Cucina Italiana», settembre 2023).
Ma se non avesse fatto il barmacista avrebbe aperto una farmacia? «Sicuramente no: il mio sogno (con 20 anni di gavetta sulle spalle) è sempre stato avere un locale dove star bene e in allegria». Nove - si diceva - le sedi di attuale somministrazione dei «Peke spritz»: da Manfredonia a Bologna, rotolando verso Ortigia, risalendo a Porto Recanati, per poi deviare a Matera, Andria, Bari, Roma. E assestarsi a Potenza. Forse. Nessuna discriminazione attualmente esercitata («Tutti sono i benvenuti») nei confronti degli astemi, normalmente gestiti mediante appositi drink «pediatrici».Quarta dose dei «Peke Spritz» in fase di rilascio, «verso Natale». Prenotazioni attive da oggi (e caldamente raccomandate) presso il proprio «barmacista di quartiere».
E il pezzo si sarebbe pure concluso così, con un punto bello che messo. Se «Grazie al Caffo» - nel mentre - non avesse vinto la finale di Baritalia a Cannes. «Grazie al Caffo» è il primo tra 65 drink d’Italia di altrettanti bartender. E il futuro, per Peke, tutto da bere.