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A Potenza esplode il grido della piazza «Vogliamo certezze su Melfi»

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

A Potenza esplode il grido della piazza «Vogliamo certezze su Melfi»

Chiesa, sindaci e società civile hanno partecipato alla mobilitazione Fiom. La segretaria Calamita: «Vogliamo discutere di veri investimenti»

Mercoledì 26 Luglio 2023, 13:32

POTENZA - «Il nostro appello è: aiutare le persone. Noi come Chiesa siamo vicini alla persona umana che significa le famiglie, il futuro, il futuro del nostro territorio. È importante garantire serenità a queste famiglie ma anche speranza nel futuro». È la voce della Chiesa quella di don Michele Cavallo, parroco di Montemilone e vicario episcopale per la Pastorale sociale e di carità della Diocesi di Melfi- Rapolla- Venosa. Nel giorno dell’attivo della Fiom Cgil aperto alla società civile -per chiedere garanzie occupazionali sul futuro di Stellantis - il vicario episcopale parla - a nome del vescovo Ciro Fanelli - pensando ai lavoratori ed alle loro famiglie.

«Questa presenza è per ascoltare - spiega don Michele - io sono parroco ed ascoltiamo ogni giorno le istanze che vengono da tante situazioni. Sappiamo che in Basilicata come in altre parti d’Italia ci sono criticità importanti: la denatalità, le infrastrutture, la sanità. Oggi ci stiamo soffermando sui lavoratori e su Stellantis. La prima modalità è ascoltare. Non abbiamo soluzioni perché non è di nostra competenza però la vicinanza è importante. Questo è un primo momento per mettere insieme idee e sollecitare chi di dovere perché faccia fronte a tematiche così importanti».

La Chiesa, le associazioni, le Istituzioni, i lavoratori. Sono in diversi all’incontro aperto che la Cgil e la Fiom hanno voluto per ribadire la necessità di «un confronto aperto con Stellantis, Regione Basilicata e Confindustria che possa mettere in luce le preoccupazioni e dare risposte in termini di garanzie occupazionali, fermare le trasferte e superare accordi che non danno garanzie future». Il sindacato si è mobilitato con una raccolta firme ma soprattutto coinvolgendo anche la società civile. Come la Diocesi. Come gli amministratori locali. «Sono qui come segno di vicinanza alle forze sindacali ed anche perché ci sono varie e più o meno fondate preoccupazioni che riguardano lo stabilimento che oggi è stato svuotato da qualche migliaio di dipendenti grazie agli incentivi all’esodo - spiega Mario Di Nitto, sindaco di Rionero in Vulture, uno degli amministratori presenti - Sono posti di lavoro persi che bisognerebbe provare a recuperare anche in forme diverse». E questo perché i timori per il Vulture sono anche i timori per l’intera regione. «Noi lo abbiamo sempre detto a gran voce. Se Vulture arretra, arretra la Basilicata perché buona parte del pil della Basilicata è determinato dall’ area industriale di Melfi» evidenzia il primo cittadino. Preoccupazioni e timori, dunque, per una delle più importanti - se non la più importante - area industriale lucana. Preoccupazioni che hanno spinto la Fiom Cgil a raccogliere le firme per «per affrontare le condizioni di crisi che sta attraversando l’area industriale di Melfi, Stellantis, componentistica e logistica, e per trovare soluzioni concrete che garantiscano il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita, e la tenuta occupazionale».

«Vogliamo discutere di piani industriali seri - precisa la segretaria regionale della Fiom Giorgia Calamita - di veri investimenti, di tenuta occupazionale del gruppo. Come Cgil abbiamo garantito l’accordo del 2021, ma dopo l’ultima intesa che non abbiamo firmato, Stellantis ha ottenuto una sorta di agibilità a superare quell'accordo. Dai 7.155 iniziali siamo scesi ai 5.800 attuali di cui 1.200 sono destinati alle trasferte che mettono in difficoltà intere famiglie e sono licenziamenti mascherati. Alla fine del 2024 in piena transizione elettrica andremo al di sotto dei quattromila dipendenti». Poco più della metà di quelli di un tempo.

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