Cognome: Gioia. Professione: donna sindaco della Gentilezza. Sono due anni che Tania rincorre la buona sorte con un altro modo di fare politica. Lei, la pensa più o meno così: la fortuna futura la si costruisce con ingredienti semplici e gratuiti, come l’ottimismo e la speranza. Che tradotti in oggetti simbolici significa «chiavi» (della gentilezza) con cui entrare nella comunità e ulivo (della speranza) per ricordare a se stessi e a chi sbatte l’occhio sui ramoscelli che si cresce solo avendo pace e cura.
Notizia. Tania Gioia, sindaco di Paterno, tremila e 92 anime sulla collina della Val D’Agri potentina, festeggerà il 21 marzo con un evento tutto dedicato ai nuovi nati: un benvenuto istituzionale ai genitori dei venti bambini che nel 2022 hanno ingrossato le culle, nonostante non siano riusciti nel numero a pareggiare quello delle bare degli anziani. Sì, festa grande, il 21 marzo, alle sei del pomeriggio in Muncipio: l’alba della primavera che prende il posto dell'inverno, il giorno della luce che annuncia scalate.
Tania consegnerà le chiavi della gentilezza e una pianta d’ulivo: «Si tratta di un cerimoniale condiviso con tutti i Comuni che aderiscono al progetto nazionale Costruiamo gentilezza, attuato e coordinato dall'associazione Cor et Amor. Un progetto scritto con un linguaggio child friendly e caratterizato appunto dal simbolo della chiave», spiega. Quarant’anni, docente di Genetica agraria all’Università di Basilicata, Tania Gioia guida da due anni il paesello a capo di una giunta plurale nelle etichette ma che al bivio preferisce imboccare scelte di centrodestra. Si smarca: «Mi hanno etichettata leghista, lo è mio marito, io no». Questione secondaria, perché sotto i riflettori non c’è la divisa d’appartenenza, ma la scelta di mettere in agenda una pratica che ha tanto di filosofico ed di efficace. «È una pratica che idealmente vuole rimandare alla natura per un significato simbolico bivalente: da un alto augurare ai nuovi nati e alle nuove nate che la loro vita possa essere florida, vigorosa e rigogliosa come un albero di ulivo; e dall’altro ricordare che prendersi cura scrupolosamente di un processo di crescita restituisce e produce sempre buoni frutti».
L’antidoto allo spopolamento nell’auspicio gentile di un futuro di comunità più robusto? Ma sì che funziona. D’altra parte, metteva in guardia, Platone: «Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre». Ed ecco che il metro della gentilezza declina rispetto. La prassi politica delle buone maniere si fa gioia, compagna stretta della gentilezza, appunto. Il suo contrario, il dialogo ruvido, s’accompagna alla tristezza, alla rabbia, alla profonda malinconia dell’abbandono, alla chiusura e all’allontanamento, ci dicono gli posicologici. Mentre la gioia è un piacere diffuso suscitato dalla previsione di una condizione positiva: in età adulta rinnova l’esperienza infantile dell’attaccamento del bambino al genitore che si è occupato di lui e, soprattutto, promuove l’azione appropriata dell’avvicinamento.
Il piglio severo non avvicina né incoraggia. E invece col sorriso gentile sei molto più credibile quando politicamente devi dire e ribadire che anche nel purgatorio di un Sud che si svuota non è mai troppo tardi per un nuovo inizio e una nuova «restanza».
I numeri dell’inverno demografico con il quale le aree interne di tuitt’Italia fanno i conti da più di dieci anni ormai, nelle colline della Val d’Agri sembrano essere meno severi rispetto ad altri borghi di Basilicata. Paterno è la seconda comunità del comprensorio per numero di nati: 17 nel 2021, 20 nel 2022. Evviva, linea in crescita, anche se il «saldo di sostituzione» resta negativo visti i 49 decessi dello scorso a anno. Ma la forbice percentuale almeno non s’è allargata a dismisura. Facile essere gentili col vento in poppa del nuovo trend. Ed è questo che mette Gioia nella gioia. La professoressa sindaco le prova tutte: contributi a fondo perduto per l’avvio di nuove attività economiche commerciali, artigianali e agricole; soldi per l’acquisto della prima casa e per il cambio di residenza; e l’ossigeno eocnomico del Pnrr per costuire il primo asilo nido. Senza servizi, l’emigrazione galoppa e i ritorni continunano ad essere chimera. «Non c’è altro modo di aiutare concretamente le famiglie e le nuove generazioni che vorranno restare e che non avvertiranno la necessità di andar via, se non quello di andare incontro soprattutto alle giovani coppie e le donne lavoratrici. Il lavoro su questo fronte sarà incessante, perché forte è la consapevolezza che la Paterno del domani vada costruita pezzo per pezzo, tutti insieme, con sacrificio, dedizione passione».
Mai scoraggiarsi per quello che non si è riusciti a fare; piuttosto, incoraggiarsi sempre per quello che si farà: «La giornata simbolica del 21 è colma di significati. Ha lo scopo di alimentare il desiderio di rinascita, la forza della resilienza della comunità per ripartire. Allo stesso tempo vogliamo essere costruttori di quella gentilezza che deve diventare sempre più esercizio istituzionale, sociale, politico e civico».
C’è’un altro messaggio sullo sfondo. Le chiavi ai bambini sono l’auspicio di scalate fino al cielo, fino ad altezze definite, di maturità. Ma il modello ascensionale, l’andare in alto, è solo uno dei modi con cui costruirsi. Piante e alberi, dal pomodoro al baobab passando dall’ulivo, mentre s’innalzano verso la luce affondano sotto terra e ramificano sempre più le radici. In fondo è questo quello che Paterno augura a se stesso. Un augurio che promette tanto ma che non costa nulla. Le chiavi sono in polistirolo («non ci sono soldi nelle casse municipali per un gadget di pregio») e gli ulivi sono alberelli appena abbozzati. D’oro c’è solo la gentilezza. Mica poco.