All’ospedale San Carlo di Potenza sono oggi in programma tre interventi di oftalmologia pediatrica per patologie congenite per curare la cataratta su tre bambini, due di un mese e uno di tre anni, grazie al Femtolaser, «una tecnica all’avanguardia ed in dotazione a poche strutture pubbliche a livello nazionale: lo ha detto il direttore generale dell’Azienda ospedaliera regionale di Potenza, Giuseppe Spera.
Il dg del San Carlo, con il direttore sanitario aziendale, Angela Pia Bellettieri e con il direttore del reparto di oculistica, Domenico Lacerenza, hanno incontrato i giornalisti davanti la sala operatoria di oculistico Dea, dove si era concluso un primo intervento e stavano per cominciare gli altri due.
«Negli ultimi anni, nonostante la pandemia - ha sottolineato Spera - stiamo facendo tutti gli sforzi per portare l’eccellenza in vari settori, in questo caso abbiamo sommato al know-how degli specialisti che avevamo una tecnologia che hanno poche strutture a livello nazionale e che ci ha consentono di diventare immediatamente un riferimento per questa particolare situazione patologica delle malformazioni congenite dei bambini».
L’obiettivo dell’Azienda ospedaliera, ha aggiunto il dg, è anche quello di diventare un riferimento per tutto il Sud Italia per la cura di queste specifiche patologie, non solo evitando la migrazione passiva ma incentivando quella attiva. «I due bambini non lucani che saranno operati - ha aggiunto Spera - sono stati indirizzati a venire al San Carlo direttamente dal Bambin Gesù di Roma, che ha indicato ai genitori l’azienda ospedaliera di Potenza come una struttura di riferimento».
La chirurgia oculistica, che lo scorso anno ha effettuato su pazienti adulti circa due mila interventi di cataratta e 500 di retina, oltre le urgenze, «sta implementazione i servizi su altre patologie oculari», ha spiegato Lacerenza, aggiungendo che, si diventa «una struttura di eccellenza se si fanno le cose nel tempo giusto, con adeguate specialità, tecnologie, spazi e numeri».
«Su impulso della direzione - ha aggiunto Lacerenza - è stato fatto in modo che tutto il percorso che c'è dietro la chirurgia pediatrica fosse messo a regime, perché il bambino che viene operato per il problema oculistico deve in realtà prevedere tutto un percorso di pre e post intervento e questo - ha concluso l’oculista - è stato creato in maniera molto puntuale».
In una nota diffusa dall’ufficio stampa della giunta regionale, l’assessore alla Salute, Francesco Fanelli, ha evidenziato che «fino ad oggi questo tipo di interventi era causa di migrazione sanitaria passiva, con conseguente disagio economico e sociale delle famiglie lucane che, invece, d’ora in avanti, potranno assicurare ai propri piccoli quanto necessario, nella propria regione, con la qualità e l’eccellenza riconosciuta anche dalla partnership con l'ospedale 'Bambino Gesù' di Roma. A ciò si aggiunge una ulteriore considerazione - ha concluso Fanelli - che riguarda non solo l’abbattimento della migrazione passiva, ma anche l'incremento di quella attiva, cioè della capacità attrattiva dei nostri ospedali, come testimonia la provenienza dei primi piccoli pazienti».