MELFI (POTENZA) - Hanno giocato a nascondino e «maramaldeggiato» davanti alla platea di lavoratori. Disperati. Esasperati. Sfiancati da due anni di trattative, illusioni, disillusioni e promesse tradite.
La vertenza ex Auchan di Melfi, la piattaforma logistica nell’area industriale di San Nicola, doveva essere ieri a una svolta. Se non altro per conoscere il nome di «mister X», dell’imprenditore che avrebbe manifestato l’intenzione di subentrare alla gestione del gruppo Margherita/Conad, terminata con trasferimenti a go-go del personale e con l’abbandono di un’ottantina di lavoratori, oggi senza il paracadute di un ammortizzatore sociale. Lo scorso 31 dicembre, infatti, è terminato l’ulteriore periodo di Fis (Fondo integrazione Salariale) che ha accompagnato le maestranze in questo lungo periodo con introiti dimezzati rispetto al normale stipendio. Dall’1 gennaio 2022 non hanno neanche un piccolo appiglio per assicurare un minimo di introiti alle rispettive famiglie.
Dicevamo della svolta che sarebbe dovuta arrivare dall’incontro di ieri in Prefettura, a Potenza. E invece «mister X» è rimasto «mister X»: non si conoscono ancora il nome dell’impresa interessata a rilevare il sito, l’attività merceologica di riferimento, l’investimento previsto e la volontà (o meno) di ricollocare tutti i lavoratori. Zero a zero. Si giocava a nascondino e si continua a farlo sotto lo sguardo attonito, demoralizzato, rassegnato dei lavoratori, rimasti senza uno straccio di reddito. E con quel barlume di ottimismo ridotto a nano particella: ieri alla riunione, cominciata con quasi due ore di ritardo, sono mancati alcuni interlocutori fondamentali. Altro che incontro decisivo. Incontro silente. Il segnale, l’ennesimo, di una storia che sa di deja-vù per tutti quei lavoratori finiti nel tritacarne delle contrattazioni «ab limitum».