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Basilicata, la Giunta approva ddl per tutelare la transumanza

 
Redazione online

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Si contano circa novantamila bovini, duecentomila ovini e cinquantamila caprini, in oltre cinquemila aziende, spesso condotte da giovani, che allevano in forma estensiva, allo stato brado e semibrado

Venerdì 11 Giugno 2021, 16:29

POTENZA - Riconoscere, tutelare e valorizzare la pastorizia e la transumanza come patrimonio regionale, poiché tali attività rappresentano un presidio permanente e insostituibile sull'intero territorio lucano e svolgono una importante funzione strategica per la tutela dell’ambiente, del paesaggio e delle produzioni agroalimentari. «Con queste finalità» - secondo quanto reso noto dall’ufficio stampa - la Giunta regionale della Basilicata, su proposta del vicepresidente e assessore alle Politiche agricole e forestali, Francesco Fanelli, ha approvato il disegno di legge «Norme di disciplina, tutela e valorizzazione della pastorizia e della transumanza presidii del territorio lucano».

In Basilicata si contano circa novantamila bovini, duecentomila ovini e cinquantamila caprini, in oltre cinquemila aziende, spesso condotte da giovani, che allevano in forma estensiva, allo stato brado e semibrado, soprattutto nelle zone di montagna, interne e svantaggiate, dove costituiscono un argine allo spopolamento e una risorsa preziosa per mantenere la coesione territoriale.

«La pastorizia e l’allevamento estensivo rappresentano tipologie produttive che rispondono ai grandi obiettivi posti dalla comunità internazionale: combattere la desertificazione, non consumare suolo, risparmiare acqua, tutelare gli ecosistemi e la biodiversità. È una storia antica che ritrova oggi tutta la sua contemporaneità - ha evidenziato Fanelli - in questa particolare fase di transizione verso attività produttive rispettose della salute del pianeta. Grande interesse vi è anche nei confronti della pratica della transumanza, recentemente riconosciuta patrimonio Unesco, la quale coinvolge ogni anno in Basilicata circa diecimila bovini e centocinquanta allevatori, che si spostano dalle montagne dell’Appennino lucano alle cosiddette 'marinè, viaggiando lungo le storiche vie tratturali, un reticolo viario di notevole significato storico e culturale».

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