«Vaccinateci!», in Basilicata il coro unanime dei malati rari
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Massimo Brancati
20 Gennaio 2021
POTENZA - Da oltre un mese è a regime, è stata superata la fase di prova, eppure dalla Total continuano a parlare di messa a punto dell'impianto giustificando così i problemi che sono emersi in questi giorni. Al centro dell'attenzione il Centro olio di Tempa Rossa (il secondo, dopo quello dell'Eni in Val d'Agri, nel territorio lucano, sempre più strategico sul fronte petrolifero) che ha registrato improvvise fiammate con un'inevitabile scia di inquinanti. Se ne contano tre, al momento, nel giro di pochi giorni.
Secondo un dossier che l'Arpab (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), diretta da Antonio Tisci, ha inoltrato alla Regione Basilicata, sarebbero stati superati di quindici volte i limiti di legge, sia per quanto riguarda il rumore che per quanto riguarda la qualità dell’aria. In alcuni casi i rilevamenti sono risultati «over range», vale a dire oltre il limite massimo previsto dagli strumenti di misurazione. Dalla Total assicurano che la stazione di monitoraggio non ha registrato alcuna anomalia: sono dichiarazioni che cozzano contro i rilievi dell’Arpab cominciati in seguito a una fiammata di venerdì della scorsa settimana, fenomeno che si sarebbe ripetuto anche lunedì 18. Tisci conferma: «Ho continuato a ricevere altre segnalazioni su ulteriori superamenti dei limiti previsti e violazioni delle prescrizioni indicate da un decreto della giunta regionale. Continuerò a informare la Regione che dovrà prendere una decisione».
Dal palazzo di via Verrastro, al momento, escludono la «mano pesante», ovvero un fermo cautelativo dell'impianto: l’assessore all’ambiente, Gianni Rosa, ribadisce che inconvenienti del genere non devono assolutamente avvenire. Per questo chiederà ulteriori chiarimenti alla compagnia francese, annunciando che in presenza di altre analoghe situazioni scatteranno forti sanzioni.
Analizzando nel dettaglio gli episodi di inquinamento, Tisci ritiene che la situazione necessiti di una vigilanza costante e continua. Appena insediatosi alla guida dell'agenzia, il direttore si è confrontato con i sindaci dell'area che gravita attorno all'impianto offrendo la massima disponibilità, attenzione e ascolto sulle problematiche relative alla convivenza con il Centro olio. Impegni confermati dai fatti, dal momento che proprio il primo intervento dell'Arpab è scaturito da un messaggio su wathsapp del sindaco di Corleto Perticara (Potenza), Mario Montano, allarmato dalla fiammata anomala di venerdì scorso. In particolare, secondo il direttore dell'Arpab, l’«over range» che preoccupa molto è quello dell’anidride solforosa, rilevato nel termodistruttore E2. «La società petrolifera – spiega Tisci – parla ancora di semplici inconvenienti dovuti alla fase di avviamento», motivazione che convince poco non solo l'Arpab ma anche la stessa Regione.
Da oltre un mese, come dicevamo, il Centro olio ha terminato le prove di produzione. Quello che preoccupa è anche la comunicazione - definita da Tisci «lacunosa» - della compagnia rispetto alle prescrizioni incluse nella delibera di giunta regionale del 2011. In particolare, l’Arpab fa rilevare che la Total non spiega esattamente quali sono le motivazioni del guasto tecnico e conseguentemente non indica il modo in cui intervenire per far fronte al guasto stesso: «Continuano a parlare di prove. Ma le prove – tuona Tisci – andavano fatte prima, durante l'esercizio provvisorio. Non spiegano il perché di quelle fiammate. Solo in un caso ci hanno detto che era dovuto alle vibrazioni eccessive causate dal guasto di un termoventilatore, per il resto solo generiche giustificazioni. Le centraline che registrano emissioni in atmosfera certificano sforamenti impressionanti anche sul fronte acustico».
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