Domenica 07 Settembre 2025 | 01:18

Boom di casi a Melfi, si allunga l’ombra zona rossa. Lavoratori di Genzano-Irsina in Cig

 
Francesco Russo

Reporter:

Francesco Russo

fiat fca Sata melfi

Lo stabilimento Fca di Melfi

È braccio di ferro per la Fca. I sindacati, contrari alla chiusura, chiedono ristori per chi non può recarsi al lavoro

Lunedì 09 Novembre 2020, 09:00

10:56

MELFI - Una curva in ascesa costante, che va molto oltre la soglia d’allarme preventivata, che supera gli scenari più pessimistici. Il nuovo picco della Basilicata, con quota 2500 contagi, arriva nella giornata di ieri quando i 1236 tamponi processati aggiungono all’elenco dei positivi altri 287 nuovi casi. Uno scenario fosco, incupito anche da un nuovo decesso, quello di un 90enne di Matera ricoverato in terapia sub intensiva. Dopo mesi di covid free, dopo settimane di piccoli numeri, dunque, lo scenario della Basilicata sul fronte covid si riempie di ombre e preoccupazione, soprattutto in alcuni territori come Matera (dove solo ieri ci sono stati 66 nuovi casi) o Melfi (dove si sono registrati altri 18 positivi che hanno portato a 150 i contagi totali) e poi Genzano ed Irsina, dichiarate entrambe «zone rosse», ma ancora con nuovi contagiati.

E proprio questa curva in crescita - secondo fonti regionali ancora in fase decisamente ascendente - rischia di mandare in tilt il sistema sanitario regionale già duramente provato dall’aumento costante dei ricoveri. Così dopo Genzano ed Irsina l’ombra della «zona rossa» si allunga proprio su Melfi. Una ipotesi largamente discussa negli scorsi giorni ma nello stesso tempo «frenata» dalla presenza di una delle più importanti aree industriali della regione, dove è localizzato anche lo stabilimento della Fca. Ad escludere categoricamente la scelta sono i sindacati che, invece, pongono l’attenzione sulla situazione degli operai che vivono nei comuni delle «zone rosse» e non possono raggiungere lo stabilimento. «La situazione dei contagi -commenta il segretario regionale della Fismic, Pasquale Capocasale - è abbastanza sotto controllo: quella che non funziona è l’ordinanza della Regione che blocca i lavoratori delle zone rosse. Abbiamo chiesto la modifica del provvedimento, per far sì che questi operai, che al momento non hanno una copertura salariale si possano muovere per recarsi al lavoro, come previsto anche dall’ultimo Dpcm».

Per il leader della Uilm lucana, Marco Lomio su «Melfi zona rossa bisogna aspettare». «I dati purtroppo non ci fanno ben sperare» precisa. Secondo il segretario regionale della Fim-Cisl, Gerardo Evangelisa, anche «in Basilicata la criticità covid è sempre più evidente, ma i provvedimenti del governo regionale per affrontare le criticità dovrebbero essere accompagnati anche da soluzioni per garantire una copertura economica che tuteli le famiglie». Continua intanto a crescere, il numero dei positivi tra i dipendenti dello stabilimento della Fca di Melfi, che al momento sono una cinquantina (al netto dei 24 negativizzati). La situazione più preoccupante, però, riguarda le diverse aziende dell’indotto industriale - in cui non c’è la stessa puntuale comunicazione dei contagi come avviene alla Sata - tanto che la Fiom-Cgil torna a chiedere, attraverso la rappresentante del direttivo regionale, Giorgia Calamita «un aumento dello screening con tamponi da estendere a tutti i lavoratori e l’applicazione piena dei protocolli che hanno garantito la ripresa produttiva in sicurezza, in seguito al susseguirsi dell’incremento dei contagi da Covid-19 in diversi stabilimenti della componentistica».

IN CASSA INTEGRAZIONE LAVORATORI «ZONE ROSSE» - I circa 250 lavoratori dello stabilimento di Melfi di Fca che vivono nelle «zone rosse» di Genzano di Lucania e Irsina saranno collocati in cassa integrazione: la procedura è stata avviata oggi dall’azienda, secondo quanto reso noto da Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Aqcf.

I due comuni lucani sono stati dichiarati «zona rossa» dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, con un’ordinanza emessa il 2 novembre scorso. Le quattro organizzazioni sindacali - che hanno espresso «grandissimo rammarico» per decisioni politiche prive di disposizioni «che potessero garantire il salario ai lavoratori» - hanno chiesto anche alle aziende dell’indotto dello stabilimento melfitano di Fca di «avviare le procedure di cassa integrazione ordinaria per garantire il salario ai lavoratori provenienti dalle zone rosse».

E’ stato anche sollecitato «uno screening complessivo di tutti i lavoratori affinché si possa continuare in maniera più serena a lavorare». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)