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Potenza, «Magistrati incompatibili»: affondo dei Radicali lucani

 
PIERO MIOLLA

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PIERO MIOLLA

«Magistrati incompatibili». Affondo dei Radicali lucani

Bolognetti davanti al Tribunale di Matera, foto Genovese]

Conferenza di Bolognetti davanti al Tribunale di Matera per porre le questioni all’attenzione del Csm

Giovedì 18 Giugno 2020, 14:34

POTENZA - Un esposto-denuncia inviato al procuratore di Potenza, Curcio, avente per oggetto “lettera anonima contenente informazioni su magistrati in servizio in Basilicata”. E poi una domanda per il procuratore di Matera, Pietro Argentino su quanto è emerso dagli atti del “Caso Palamara”; i rapporti tra Antonio Mattia, candidato governatore del M5S alle scorse regionali, e il magistrato che, nel marzo 2019, prestava servizio presso il palazzo di giustizia di Potenza e che avrebbe dovuto ricoprire la carica di assessore se i pentastellati avessero vinto quelle consultazioni. Infine, ma non per ordine di importanza, «la patente situazione di incompatibilità ambientale in cui si trova Salvatore Colella», oggetto di esposti inviati al Csm. Sono i temi “caldi” che Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, ha trattato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa svoltasi all’ingresso del palazzo di giustizia di Matera.

«È lecito chiedersi se sia opportuno che alcuni magistrati continuino a prestare servizio in Basilicata, nonostante situazioni di incompatibilità ambientale – ha dichiarato Bolognetti -. Da Matera lancio un appello al Csm e al ministro della Giustizia per chiedere ragione dell’assordante silenzio su alcuni esposti che ho loro indirizzato nel 2019. Sul caso Mattia ho inoltrato tre esposti al Csm, ma il nome del magistrato resta ignoto, coperto dal singolare riserbo del facilitatore pentastellato. La giustizia è, o dovrebbe essere, una cosa seria anche in un Paese come il nostro dove da tempo la Costituzione è stata ridotta a carta straccia e con essa gli articoli 111 e 27. La giustizia dovrebbe essere una cosa seria anche in un Paese come il nostro dove imperversa un ministro che non esita a definire l’abolizione della prescrizione una conquista di civiltà. La domanda che inevitabilmente devo tornare a porre è la seguente: agli occhi dei cittadini il magistrato ignoto che a marzo scorso ebbe a cedere alle lusinghe di Mattia e Colella, come appaiono? Nel Paese dei Palamara e di un’amministrazione della giustizia in bancarotta, nel Paese dove la non ragionevole durata dei processi si traduce in giustizia negata per imputati e vittime, in cui troppo spesso la legge si applica per i nemici e si interpreta per gli amici, chi amministra giustizia dovrebbe essere come la moglie di Cesare. Continuerò a chiedere che Colella venga destinato ad altra sede non lucana. Così come devo necessariamente porre un quesito al procuratore capo di Matera: è vero o non è vero quel che emerge dagli atti dell’inchiesta di Perugia, nei quali si legge di una collaborazione di suo figlio con l’avvocato Piero Amara? Segnatamente a pagina 129 del procedimento 6652-18. Ad Argentino, ripeto la domanda: risponde a verità quanto affermato da Calafiore? A me risulta che nel suo periodo pugliese lei abbia svolto delicate indagini su Eni e Ilva e, se la collaborazione di suo figlio con l’avvocato Amara dovesse essere confermata, a mio avviso, lei dovrebbe opportunamente chiedere il trasferimento ad altra sede non lucana e non pugliese».

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