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Uccide moglie e si ammazza
«Lei era amante della poesia»

 
Mariapaola Vergallito

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Mariapaola Vergallito

Uccide moglie e si ammazza«Lei era amante della poesia»

Angela Ferrara e Vincenzo Valicenti

Nella coppia mai una lite o nulla che lasciasse presagire a quanto accaduto

Domenica 16 Settembre 2018, 12:46

CERSOSIMO - La Fiat 600 color avorio era addossata al muro. A poche decine di metri c’è la scuola, materna ed elementare. La campanella era suonata da poco.  «Sono passato di lì, che saranno state? Le 9,15 forse- racconta Mario Trupo- e ho visto Angela e sua madre Vittoria vicino l’auto. Erano abituate a fare una chiacchierata lì, magari prima o dopo aver preso il caffè al bar. Sono andato a casa e dopo pochissimi minuti sono tornato perché dovevo andare in campagna. Ho visto la signora Vittoria venirmi incontro e urlare. Era piena di sangue. Urlava parole che inizialmente non capivo. Ho visto la macchina in lontananza, pensavo si trattasse di un incidente o qualcosa del genere. La madre urlava il nome della figlia».

E’ morta così a Cersosimo, Angela Ferrara, 31enne. Occhi chiari, capelli nerissimi, sorriso che apre il cuore. Il marito, Vincenzo Valicenti, da quasi 5 anni guardia giurata nel metapontino, 41 anni, l’ha raggiunta sotto quel muro accanto alla scuola nella quale c’era anche il loro bambino di 8 anni.

La follia si è consumata mentre Angela era in auto con la madre che, come raccontano alcuni testimoni, ha detto «è arrivato come una furia». Nel minuscolo abitacolo della 600, Valicenti ha scaricato almeno 7 colpi della pistola d’ordinanza. Colpi che hanno trafitto Angela in più parti, tra cui alla testa e che hanno ferito, per fortuna non mortalmente, anche sua madre, al braccio e alla guancia.

La donna è stata trasportata in elisoccorso a Potenza. Valicenti è andato verso la sua abitazione, nel cuore del centro storico del piccolo comune potentino. Secondo alcune testimonianze è rimasto lì per minuti che ora appaiono interminabili per chi lo ha raccontato.

«Forse mezz’ora, forse più», dicono. Poi si è seduto sul ciglio d’ingresso di un magazzino sul retro della sua abitazione e si è sparato un colpo in testa. Alle spalle della sua casa c’era ancora la sua golf nera, rimasta lì parcheggiata per tutto il tempo, ora sequestrata.

Sul lunotto posteriore l’adesivo: «bimbo a bordo»; nel vano posteriore, invece, il cappello da guardia giurata. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Senise che hanno effettuato i rilievi del caso.
I corpi sono stati portati all’obitorio di Chiaromonte e non sarà effettuata l’autopsia. I due non vivevano più sotto lo stesso tetto da un paio di mesi. La tragedia si è abbattuta sulla piccola comunità di Cersosimo come un terremoto di proporzioni inaudite.

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