Fca fa spazio a Stellantis, Confindustria Basilicata: «Stabilimento Melfi sia centrale»
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Francesco Russo
10 Giugno 2018
La Fiat Punto nel piazzale della Fca di San Nicola di Melfi
MELFI (Potenza) - «La Regione attivi il prima possibile il tavolo con Fca, Governo e sindacati, così come previsto dalla risoluzione approvata lo scorso dicembre». A richiederlo, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Gianni Perrino e Gianni Leggieri, dopo la presentazione, da parte dell’amministratore delegato del gruppo, Sergio Marchionne, del «piano industriale 2018-2022, delle nuove strategie aziendali e degli investimenti previsti per i prossimi anni».
In Basilicata, insomma, gli annunci del manager del gruppo - che lasciano intendere la possibilità che lo stabilimento Sata di San Nicola di Melfi (Potenza) resti centrale anche per i prossimi anni - non convincono più di tanto. «Purtroppo - continuano i due esponenti politici grillini - non sono state ancora rilasciate informazioni ufficiali sul futuro dello stabilimento e sui livelli occupazionali. L’unica certezza è che la linea Punto verrà dismessa all’inizio di agosto, dato che ci aveva preoccupato già alcuni mesi fa, quando il Consiglio regionale aveva approvato una risoluzione, integrata con quanto contenuto in una nostra mozione, sul futuro dello stabilimento di Melfi». Le preoccupazioni aumentano oggi alla luce di alcune voci non ufficiali riportate dall’Usb di Basilicata secondo cui con la cessazione della produzione del modello Punto dovrebbe iniziare un periodo di stop (si parla di almeno un anno) in attesa dell’arrivo di un nuovo modello. In ballo il futuro di circa mille lavoratori per i quali non vi sono ancora prospettive ben chiare.
Per Leggieri e Perrini «ora che si è insediato il governo crediamo che sia arrivato il momento di mettere in atto quanto previsto nella mozione. Il governatore Marcello Pittella e l’assessore Roberto Cifarelli provvedano all’attivazione del tavolo con i vertici aziendali, con il governo e con sindacati nel più breve tempo possibile». Un tavolo di confronto istituzionale, in realtà, è stato più volte chiesto anche dalle organizzazioni di categoria, che ritengono utile avere maggiori certezze in vista del periodo di transizione che trascorrerà dall’uscita di scena della Punto - tra poche settimane - all’arrivo di un nuovo modello (si ipotizza un restyling della Compass) e che potrebbe durare oltre un anno. Sulla necessità di un dibattito che coinvolga la politica e l’impresa sono infatti concordi sia Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic e Ugl che la Fiom-Cgil. Da settembre, intanto, inizierà una nuova fase che potrebbe essere caratterizzata dai contratti di solidarietà.
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