(di Vincenzo Chiumarulo)
BARI - Nel giorno della tanto attesa partenza dei lavori per la copertura dei parchi minerali dell’Ilva, da dove nei giorni di vento forte le polveri inquinanti si disperdono sul vicino quartiere Tamburi, torna ad infiammarsi la polemica tra governo ed enti locali. Il governatore pugliese Emiliano punta il dito contro l’Esecutivo accusandolo di «provocare danni gravissimi» e di avere cominciato i lavori «con due anni» di «mortale e intollerabile ritardo». Il titolare del Mise, Carlo Calenda, fa notare che «lo Stato non poteva» coprire prima i parchi «senza avere un investitore perché sarebbe stato considerato aiuto di Stato». Ma Emiliano risponde che «è vergognoso mentire in questi termini" perché «nessun aiuto di Stato può essere considerato per interventi salvavita dei cittadini».
Comune di Taranto e Regione, inoltre, tornano ad agitare lo spettro della temuta sospensiva cautelare sul Dpcm, ovvero il decreto con il Piano ambientale dell’Ilva messo a punto dal governo, che gli enti locali hanno impugnato dinanzi al Tar. La sospensiva fa paura poiché, qualora venisse accolta, potrebbe portare a uno stop delle attività del siderurgico.
Ma gli enti locali reagiscono a muso duro alla bocciatura del governo della loro bozza di Accordo di programma in cui avevano inserito proposte di modifica e integrazione del Piano ambientale, illustrando il progetto di decarbonizzazione del siderurgico, e avanzando la richiesta di bonifica dei suoli e la pavimentazione di tutti i parchi minerari. Su questo punto, fonti vicine all’Ilva in amministrazione straordinaria, dicono che «è già stata effettuata un’attività di caratterizzazione e bonifica delle matrici di suolo al di sotto dell’area dei parchi primari, ed attualmente non è più presente alcun inquinamento».
Per Emiliano, però, il governo «sta fingendo di risolvere il problema Ilva a fini elettorali, cercando di prendere in giro tutto il sistema industriale, tutto il Paese e i sindacati». E annuncia che la Regione chiederà «al Tar di Lecce di ordinare al ministero dello Sviluppo economico l’esibizione del Piano industriale e del contratto firmato» con la cordata aggiudicataria, Am-Investco. «Tenere segreti» questi documenti, per Emiliano, «rasenta l’omissione di atti di ufficio», e "presenteremo anche un esposto alla Procura di Roma».
Sul fronte occupazionale, invece, Emiliano ricorda le "migliaia di esuberi previsti da entrambe le offerte» di acquisto, e chiarisce che «non accetteremo nessuna trattativa che preveda il licenziamento anche solo di qualche operaio». Infine, il governatore precisa che «il Pd della Puglia non è schiavo della logica del profitto», che è «tutta un’altra cosa" rispetto a quello che «governa a Roma». Parole dure alle quali reagisce il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova (Pd), dichiarando di conoscere «solo il senso di responsabilità nei confronti di ventimila lavoratori, e di una città che aspetta da anni che qualcuno metta mano a decenni d’incuria e connivenze: basta - conclude - con la demagogia».