BARLETTA - «Il problema non è solo la mala edilizia, il problema sono anche il lavoro nero e l’evasione e il fatto che il protocollo firmato un anno dopo la tragedia del crollo di via Roma, per rilanciare il marchio 'Liberi dal lavoro nero', non è mai partito e non è mai stato applicato, e neanche le verifiche a cui avrebbe dovuto essere sottoposto ogni anno». A denunciarlo è il segretario generale della Cgil della Bat, Giuseppe Deleonardis, in occasione del sesto anniversario del crollo della palazzina di via Roma a Barletta, in cui morirono, sotto le macerie, quattro operaie che lavoravano in nero, al pianterreno della palazzina crollata. Con loro restò uccisa anche la figlia di 14 anni dei loro datori di lavoro.
«Non si è mai applicato nulla di quel protocollo - ha aggiunto il sindacalista - ci sono stati solo i finanziamenti alle imprese, ma nulla è cambiato sul piano della qualità del lavoro e del contrasto all’evasione». Gli accordi, stabiliti nel protocollo, prevedevano la possibilità per le piccole imprese e ditte cittadine di mettersi in regola e delocalizzare la produzione in luoghi sicuri e dignitosi, usufruendo, in cambio, di agevolazioni fiscali e dell’abbattimento delle lungaggini burocratiche. Si costituì anche un consorzio, composto da una trentina di aziende, denominato '5Stellè, che avrebbe dovuto operare assumendo personale a tempo indeterminato, prima part time e poi full time, e realizzare anche un asilo nido dove le lavoratrici avrebbero potuto portare i loro bambini.
«Gli impegni non sono stati attuati - ribadisce Deleonardis - e noi siamo pronti a ritirare la nostra firma da quel protocollo se non ci sarà una inversione di tendenza. Siamo pronti - conclude - a rilanciare il protocollo, riprendendo la discussione in cui i diritti siano al centro delle politiche da attuare».
Martedì 03 Ottobre 2017, 15:05