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Gli ordini dal carcere: «Fateli a pezzi»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Mercoledì 01 Marzo 2017, 18:14

BARI - «Fateli a pezzi a chiunque di loro, come qui anche fuori». È il contenuto di una delle lettere inviate dal carcere dai vertici del clan Strisciuglio agli affiliati liberi e contenente l’invito a punire i rivali interni al gruppo mafioso. Il contenuto della missiva è stato sequestrato dalla Dda di Bari all’interno del penitenziario barese nel gennaio 2016, insieme con altre 190 lettere in entrata e in uscita, nell’ambito dell’indagine dei Carabinieri che ha portato oggi all’arresto di sette pregiudicati.

Le lettere, secondo gli inquirenti della Dda, erano il mezzo attraverso il quale i sodali comunicavano tra loro dando ordini in alcuni casi con linguaggi in codice. Fra di loro, per esempio, si chiamavano «amore» e «cuore mio» come se scrivessero alla propria famiglia. «Ciao, mia amata scimmietta, - si legge in una lettera - come puoi vedere è il tuo Amore (padrino, ndr) che torna a fare compagnia al tuo cuore. Ormai fai parte della mia cara famiglia (essendosi affiliato, ndr). Sono felice di sapere che resterò nel tuo cuore a vita, come lo resterai tu nel mio».

«La documentazione sequestrata - è spiegato nell’ordinanza di arresto emessa dal gip del Tribunale di Bari Giovanni Abbattista - può essere ripartita sostanzialmente in tre aree tematiche: documenti pertinenti la rissa (avvenuta nel carcere di Bari l’11 gennaio 2016 fra gruppi contrapposti del clan Strisciuglio, ndr); documenti di pertinenza privata; documenti caratterizzati da contenuti rilevanti in ordine ai profili associativi». Nelle lettere il passaggio di affiliati da un gruppo all’altro viene, per esempio, definito «questi amici che vogliono giocare a pallone con me» o c'è l’esplicita chiamata alle armi, all’indomani della rissa: «Ora sono tutti fottuti, avvisa tutti gli amici nostri».

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