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La testimonianza: «Se fai guerra ai caporali, non lavori più»

La testimonianza: «Se fai guerra ai caporali, non lavori più»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Giovedì 23 Febbraio 2017, 17:57

BARI - «Se gli fai la guerra perdi, perché il giorno dopo non vai più a lavorare». Sono le parole di una delle braccianti agricole ascoltate dagli inquirenti di Trani nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di sei persone accusate di caporalato. Le dichiarazioni sono contenute nell’ordinanza di custodia cautelare. Una lavoratrice spiega ai magistrati che «nessuno mai in passato si è permesso di ribellarsi, tutti sanno che il sistema è questo».

Nelle oltre 300 pagine di ordinanza, gli inquirenti hanno raccolto le testimonianze di circa 40 braccianti agricole, colleghe di Paola Clemente, deceduta nelle campagne di Andria il 13 luglio 2015 e la cui morte ha dato avvio a questa inchiesta. Le indagini hanno accertato quello che gli investigatori chiamano «sistema delle giornate»: dichiarate ufficialmente meno giornate lavorative di quelle effettivamente fatte con un paga inferiore a quella prevista da contratto.

«Alcune braccianti - ha dichiarato una lavoratrice - lavorano veramente per necessità e anche quei 32 euro sono necessari per sopravvivere».
Stando agli accertamenti di Polizia e Guardia di Finanza, tra giugno e settembre 2015 sono stati reclutati per il lavoro nei campi tramite l’agenzia interinale 'Infor Group spa' 7.524 braccianti, omettendo la contrattualizzazione e contabilizzazione di 943 giornate di lavoro. Nello stesso periodo gli emolumenti non corrisposti ai lavoratori supererebbero i 200mila euro, per un danno all’Inps calcolato in oltre 55mila euro.

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