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Decaro: la Protezione civile deve fare prevenzione

 
Rita Schena

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Rita Schena

Martedì 24 Gennaio 2017, 11:08

BARI - Per il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, «la Protezione Civile ha fatto un lavoro straordinario sull'emergenza in queste settimane, ma non può dimenticare gli altri tre pilastri su cui si fonda: previsione, prevenzione e ricostruzione, su cui c'è ancora tanto lavoro da fare. Non può essere un sindaco a chiamare le turbine spazzaneve da un’altra regione. Occorre un coordinamento a monte in fase di allerta meteo». Decaro lo ha detto intervenendo a Omnibus su LA7.
«Non è possibile osservare le stesse regole e restare intrappolati, come quei cittadini con la neve, nelle fratture burocratiche che si creano nelle procedure pubbliche in situazioni normali. É necessario - dice - poter intervenire e soprattutto fidarsi l’uno dell’altro. Le istituzioni non possono affidarsi ai sindaci per le decisioni sulla vita delle persone e togliergli quella stessa fiducia nel processo della ricostruzione. Dobbiamo cambiare registro. I sindaci hanno deciso di non aspettare il governo, non attendiamo risposte, facciamo proposte. Abbiamo proposto una norma sull'immigrazione, sulla sicurezza urbana, sulla semplificazione della vita dei comuni, adesso dobbiamo intervenire sulla Protezione civile».

NON SI PUO' SCARICARE SUI SINDACI - «E' un paradosso quello innescato dalla Commissione grandi rischi che non si capisce bene se vuole dare l’allerta o creare allarme, giocando allo scaricabarile con i sindaci che sono il terminale di una filiera che alla fine lascia il sindaco completamente solo», ha sottolineato il presidente dell’Anci, riferendosi all’allarme su possibili eventi di magnitudo 6-7 lanciato nei giorni scorsi dalla nota della Protezione civile con la sintesi del verbale della Commissione Grandi rischi.
«Un sindaco - spiega Decaro - deve gestire un’emergenza senza avere gli strumenti né le norme, ad esempio, il Comune è l’unico responsabile delle verifiche sulla vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, a partire dalle scuole, ma se chiudi e non succede niente vieni accusato di procurato allarme, se tieni aperti gli edifici e crollano, rischi anche di finire in galera». «Vogliamo regole certe - conclude - che ci dicano come organizzarci, non possiamo essere lasciati soli nella responsabilità delle scelte e nell’organizzazione dei territori, chiediamo un confronto e un coordinamento permanente con le Prefetture che devono convocare un tavolo in cui le istituzioni condividano le decisioni».

«Errani e il Governo hanno già accettato molte delle proposte provenienti dai sindaci dei comuni colpiti dal sisma già ad agosto, norme su assunzioni, sospensione tributi, e altre cose, ma questo non basta. L’obiettivo di tutti - conclude - è semplificare, ma i sindaci devono essere messi nelle condizioni di gestire gare di servizi. Con le procedure della 225 del 1992 abbiamo fatto cose che nulla avevano a che fare con la Protezione civile, come la realizzazione degli impianti per i mondiali di nuoto ed oggi è assurdo non utilizzare procedure semplificate per consolidare o ricostruire gli edifici colpiti dal terremoto».

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