BARI - «In occasione del mio insediamento a Bari, due anni fa, ho trovato una situazione di totale abbandono del settore delle esecuzioni penali degli ordini di demolizioni dei manufatti abusivi per i quali c'erano sentenze definitive che contemplavano l’ordine di demolizione. Abbiamo rinvenuto 230 sentenze definitive dal 1997 a oggi con ordine di demolizione non eseguito dalla Procura». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe, intervenendo alla presentazione del rapporto di Legambiente 'Ecomafia 2016'.
«Abbiamo con molta fatica - ha aggiunto - messo in moto le pratiche per verificare in prima battuta che cosa fosse successo dopo la sentenza». Quanto alla collaborazione dei Comuni con la Procura su questo tema, Volpe ha sottolineato la necessità di "usare mezzi più persuasivi» con alcuni Comuni della provincia di Bari che «non hanno risposto alle nostre richieste». In ogni caso, il procuratore ha rilevato che «eseguire oggi un’ordinanza emessa nel '97 è un fallimento per lo Stato».
«Anche in questo settore vale il principio che vale per la criminalità organizzata: il contrasto patrimoniale ha efficacia superiore a dieci sentenze di condanna al carcere», ha sottolineato il procuratore generale di Lecce, Antonio Maruccia, «L'arresto e la multa - ha spiegato - vengono messi in conto, sperando sempre nella 'Santa prescrizionè che il legislatore non ha inteso fino a questo momento toccare». Ma «la demolizione del manufatto abusivo è la sanzione più efficace: ogni demolizione ne educa 100mila - ha concluso - perché ha un effetto deterrente straordinario».