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Con la crisi ridotti drasticamente gli sprechi

 
Rita Schena

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Rita Schena

Martedì 19 Aprile 2016, 12:10

BARI - «Il 56% delle famiglie pugliesi ha ridotto gli sprechi facendo la spesa in modo più oculato, rivolgendosi direttamente dal produttore con l’acquisto di cibi più freschi che durano di più». E’ quanto emerso durante la manifestazione delle Coldiretti Puglia tenutasi oggi davanti alla sede del Consiglio regionale. Secondo l’associazione agricola «il 34 per cento ha ridotto le dosi acquistate, il 27 per cento utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18 per cento prestando più attenzione alla data di scadenza». Dati che portano il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, a spiegare come se «probabilmente non è ipotizzabile una legge che obblighi gli ipermercati a vendere prodotti locali, è invece praticabile l’ipotesi di preferire, nel rilascio delle autorizzazioni, quelle strutture che nella loro organizzazione commerciale e, quindi, nel loro regolamento societario dimostrano di saper valorizzare i prodotti legati al territorio ove si individuino approvvigionamenti di prodotti tipici direttamente dalle imprese locali».

D’altronde rimarca la Coldiretti «la disponibilità ai consumatori di produzioni locali non soggette a lunghi tempi di trasporto garantisce freschezza e genuinità uniche. La Regione Puglia aveva poi accolto una specifica richiesta avanzata dalla Coldiretti tendente a preferire nella ristorazione collettiva, gestita dalle istituzioni pubbliche, i prodotti biologici e tradizionali nonché quelli a denominazione protetta ed ad indicazione geografica tipica, dando valore preminente alle tipicità della regione Puglia».

In Puglia - è stato lamentato dagli agricoltori durante la manifestazione - arrivano carciofi dall’Egitto, angurie dalla Grecia, pomodori dal Marocco, passata di pomodoro dalla Cina, ciliegie dalla Turchia e una volta entrati diventano 'made in Italy'. «Si mina cioè il reddito delle imprese agricole ed il tutto si traduce in una truffa per i consumatori, ignari di quello che acquistano e mangiano, alla faccia del rispettato dell’obbligo di esporre sui cartellini, oltre al prezzo, l’origine, la varietà e la qualità della frutta e verdura in vendita previsto dalla legge per consentire ai consumatori di fare confronti omogenei e di scegliere i prodotti più convenienti». 

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