LECCE - Dopo l’accordo dell’altro ieri e le firme di ieri mattina, il passaggio di consegne è ufficiale. E Il commiato di Giovanni Semeraro è un misto di rimpianti e di spine che l’ormai ex proprietario del Lecce si è tolto nei confronti di un ambiente che raramente gli ha riconosciuto meriti e più frequetemente gli ha riservato invettive.
Il tutto dove probabilmente i risultati ottenuti sono stati sovradimensionati rispetto al contesto.
«Non lo dico io, ma l’ha detto il sindaco l’altro giorno che la serie A per Lecce è un lusso», prosegue Semeraro, «tenuto conto del nostro tessuto economico e dallo scarso numero di persone interessate a seguire il calcio, basta vedere i dati degli spettatori in serie A. Un lusso che mi è costato abbastanza. Altre realtà molto più ricche di noi, ad iniziare da Bari, Taranto, Venezia, non hanno fatto altrettanto. Qui a Lecce non c’era nessuno che voleva sponsorizzare, tanto è vero che è dovuta arrivare una banca del Veneto. La classe imprenditoriale del Salento non ha mai voluto dare una mano».
E Semeraro rivendica i costi sostenuti anche con una certa rabbia quando ricorda che qualcuno ha insinuato che con i soldi della società avrebbe comprato barche e macchine. «Se sapessi chi lo ha detto lo denuncerei subito, tutti parlano, ma i soldi li ho cacciati io e mi vergogno anche di dire quanti: in 18 anni ho ripianato qualcosa come cento milioni».
Le inchieste giudiziarie e la concomitanza con la cessione. «Qualcuno ha detto che volevo liberarmi del “fardello” a causa delle indagini, cosa assolutamente falsa perchè già da un anno avevo maturato questa decisione non potendo più in alcun modo immettere risorse nel calcio. Se ho accelerato l’iter della cessione, l’ho fatto per garantire una continuità della squadra. Perchè se fosse passato un altro mese, i nuovi proprietari, se ci fossero stati, non avrebbero potuto neanche fare la squadra o programmare la preparazione precampionato. Invece questo ora è possibile ed è già pronta l’iscrizione al campionato di serie B che ho fatto versando 800mila euro. Anzi, questa esigenza di rapidità, mi ha costretto ad accettare condizioni molto onerose per la mia famiglia, che difficilmente si sarebbero potute accettare in altre condizioni di tempo».
Condizioni che fanno riferimento anche alla possibilità di precipitare in serie C. «Le abbiamo inserite», continua Semeraro, «non perchè riteniamo possibile questa eventualità, ma perchè il nostro contraente ce lo ha chiesto. Il signor Tesoro difende i suoi interessi ed è legittimo che lo faccia considerato tutto il polverone che c’è stato intorno a questa vicenda. Ma la realtà è che noi non abbiamo ricevuto alcun atto ufficiale in merito e che invece siamo da mesi sotto la gogna, solo attacchi mediatici e conferenze stampa».
Infine la valutazione sulla controparte che sarà il futuro del Lecce. «Abbiamo trovato una persona molto combattiva, determinata, come è giusto che sia in qualunque trattativa, ma l’ho trovata anche molto corretta. Lascio una società sana e in attivo e la lascio all’unica persona che si sia fatta avanti. Nessuno, nè in questa città nè in Italia si è presentato in quest’anno».