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Le idee e l'azione da Città Plurale al nostro presente

 
Michele Laforgia

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Michele Laforgia

Le idee e l'azione da Città Plurale al nostro presente

L’avvocato Laforgia: «Il testo sfida la politica a un cambio di paradigma, altro che nostalgia»

Martedì 02 Febbraio 2021, 13:32

Esistono libri che cambiano le cose. Non solo che contribuiscono alla storia del pensiero - come accade in fondo per ogni libro, anche ai più mediocri - ma che trasformano davvero le cose, e cioè la realtà. Sembra un paradosso, per Il pensiero meridiano di Franco Cassano: un testo che, nella vulgata dei non lettori, inneggia alla lentezza, alla indolenza, alla inazione, in ossequio a una idea diffusa del sud come luogo della contemplazione inerte e parassitaria. Una idea, del resto, che tarda a farsi da parte, come dimostra la recente definizione, ad opera di un grande giornalista, del Presidente del Consiglio dimissionario come «quasi giurista meridionale». Nel nostro Paese, infatti, essere nato al sud è considerato ancora una nota caratteriale, spesso in senso dispregiativo. Nessuno definirebbe un ministro come settentrionale.

Se c’è un libro che, all’opposto, ha fortemente contribuito a cambiare il paradigma dominante è proprio Il pensiero meridiano. Riprendendo un tema che aveva già enunciato nel precedente, bellissimo Partita doppia, Franco Cassano nella prefazione dell’edizione 2005 ha spiegato come la sua riflessione non sia nata da una rivendicazione identitaria, «ma dalla categoria dell’altro, da una riflessione sul lato d’ombra di ogni identità». Riflessione attuale per il nostro Paese, per il Mediterraneo e per il mondo intero, tuttora devastato dallo sciovinismo. Basta pensare alla elezione di Donald Trump quale Presidente degli Stati Uniti e all’epilogo insurrezionale di Capitol Hill: un evento semplicemente impensabile, solo qualche anno fa.

Il pensiero meridiano è quindi un tentativo di «decolonizzare il nostro immaginario», pervaso dal pensiero unico del primato del mercato e dell’economia predatoria. Una critica della modernità priva di nostalgia del passato, ma «autonoma rispetto alla forma di modernità dominante», secondo una prospettiva, come si vede, tutt’altro che passiva. Non per caso, Franco Cassano è stato fra gli animatori, ormai un ventennio addietro, di una delle più rilevanti e incisive esperienze di cittadinanza attiva del nostro Paese, Città Plurale, che com’è noto contribuì fortemente all’avvento della cosiddetta «primavera pugliese». Una stagione che può essere giudicata come si vuole, ma che di certo ha costituito un cambiamento radicale della nostra regione.
Discutendo del suo libro, anni dopo Cassano ha detto infatti che «se le idee non procedono di pari passo con le decisioni e i fatti, corrono il rischio di apparire una suggestiva utopia, oppure una compensazione retorica». Anche per questo, Il pensiero meridiano resta un testo fondamentale per il mondo che verrà, dopo aver constatato il fallimento di un modello di sviluppo e di un modo di pensare che ha portato l’intero Occidente sull’orlo di un baratro, spalancato, ma non generato, dalla pandemia. Il «lato oscuro e aggressivo» del nostro «fondamentalismo, quello dell’economia», come si legge, profeticamente, nel libro che ogni aspirante politico dovrebbe studiare. E, possibilmente, tentare di mettere in pratica.

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