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150 anni
bianca tragni
20 Gennaio 2021
ALTAMURA - In questo mese di gennaio si sono concluse le celebrazioni per il 150° della morte di Saverio Mercadante, tutte sul web (youtube e Facebook), data la chiusura totale dei teatri per la pandemia.
Il 31 dicembre, come fine anno 2020, il m° Michele Marvulli altamurano di fama mondiale, ha fatto una pregevole masterclasss su tratti inediti del profilo umano e artistico di Mercadante. All’Epifania, come un dono della befana, c’è stato un bellissimo concerto per pianoforte e voci (soprano Angela Lomurno, baritono Luciano Ancona, pianista Giancarlo Direnzo), tenuto nel teatro vuoto, e preceduto da due incontri mercadantiani, uno sulla vita e uno sull’insospettabile fama e influenza del musicista pugliese in Portogallo e in Brasile (prof.ssa Rosanna Carretta da Lisbona).
Le tre cose organizzate dal Club Federiciano. Il 7 gennaio il virtuosismo pianistico di Leonardo Colafelice e il magnifico violoncello di Nicola Fiorino hanno reso omaggio a Mercadante e a Beethoven. Il 14 gennaio uno splendido assolo di pianoforte del m° Alfredo Cornacchia con rielaborazioni mercadantiane nientemeno che di Czerny e di List. Queste performance sono state organizzate dal Comune di Altamura, dal Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e dal Teatro Mercadante srl.
In relazione a tutto quanto era già stato fatto nei mesi precedenti, queste iniziative di gennaio sono state come un fuoco d’artificio finale. Le altre iniziative previste in presenza, sono rinviate sine die.
Mercadante e il flauto Un ragazzino malvestito ed emarginato è seduto sulle scale della chiesa di San Biagio, difronte a casa sua con un fischietto in mano. È una rustica canna con dei buchi, lui vi soffia dentro e ne trae dei suoni gradevoli. Un alto prelato di passaggio si ferma, lo ascolta, capisce che in lui c’è del genio: il genio della musica. Quel ragazzino diventa musicista, compositore, direttore d’orchestra, direttore del più grande conservatorio di musica del Sud Italia, il San Pietro a Majella di Napoli.
Si chiama Saverio Mercadante e viene da Altamura. Tutta la sua carriera brillante e la sua musica a valanga, è caratterizzata dalla presenza di quel primo fischietto della sua infanzia ad Altamura; ora si chiama flauto dritto ed è di legno, o flauto traverso e diventa di metallo. Ma il flauto è lo strumento musicale più antico, insieme alla cetra, proprio per la semplicità di quel tubo coi buchi che, soffiandoci dentro, produce suoni. Si pensi che ai tempi di Roma antica, il tribuno della Plebe Caio Gracco faceva le sue famose orazioni pubbliche accompagnato da un flauto. E lui vi accordava la sua voce, a seconda del tono che doveva assumere il suo discorso. Poi quel fischietto si è nobilitato ed è entrato a far parte dell’orchestra. Mercadante lo userà sempre nelle sue composizioni, in tutte le forme, le più semplici e le più complesse, le più melodiche e le più aspre. 150 anni fa il grande musicista terminò la sua vita terrena, ma non la sua vita musicale, perché le sue opere vivono in eterno. Proprio i suoi brani per flauto sono molto amati ed eseguiti dai flautisti di tutto il mondo.
Da esse imparano, su di esse si specializzano fino a fare quelle spettacolari acrobazie che Mercadante non solo scriveva, ma eseguiva con grande passione. Tutte le sue opere, per flauto per voci e per opere liriche, continuarono ad essere eseguite e a deliziare gli uditori per lungo tempo dopo la sua morte. Poi ci fu un periodo di oscuramento, quando Mercadante si trovò schiacciato dalla fama di Rossini prima (che lo apprezzava moltissimo) e di Verdi dopo. Ma ora è tutto un rifiorire di esecuzioni mercadantiane. Per questo 150enario la sua musica è stata suonata a Napoli, a Vienna, ad Altamura e altrove. Finché la maledetta pandemia ha stroncato tutti gli ambiziosi progetti. Ma Mercadante vola al di sopra del Covid, grazie al web. Ogni giovedì pomeriggio in streeming è stata trasmessa musica mercadantiana, dai programmi del Teatro Mercadante, del Comune di Altamura e di altre benemerite formazioni culturali. Già in ottobre si era cominciato con otto notturni per voce e pianoforte; poi lo stop.
Ed ecco il web, dove tutto si può riascoltare su Youtube o su Facebook, con tre flautisti di vaglia Giovanni Mugnolo, Chiarina Quintana e Cristian Suarez Guerra, questi ultimi due spagnoli, maestri nel Conservatorio delle Canarie. Hanno suonato divinamente le variazioni di Mercadante sulla musica di Mozart («Là ci darem la mano» dal Don Giovanni); un minuetto e un rondò e tre serenate per tre flauti. E ci è sembrato di rivedere quel fanciullino sulle scale di una chiesa, diventato un gigante e moltiplicatosi per tre. Poi il concerto del giorno dell’anniversario, il 17 dicembre, con una Orchestra Metropolitana di Bari in piena forma, sotto la impeccabile direzione del m° Vito Clemente, dal teatro di Altamura a lui dedicato. Vivida voce del mezzosoprano Loriana Castellano e virtuosismo flautistico del m° Mario Carbotta. Hanno suonato rispettivamente «Immagin del mio ben» e «Frena le belle lagrime» entrambe prime esecuzioni in tempi moderni, con la revisione critica di Mariateresa Dellaborra. Ma il più fantastico è stato il concerto in mi minore, op. 57 per orchestra e flauto. Con quel flauto che a volte ti pizzica con i suoi trilli, salti, acuti; altre volte ti accarezza col suono suadente e dolce; altre volte ti eccita col suo ritmo incalzante.
Meraviglioso! Allora pensi che questa è la vera anima di quel fanciullino che sulle scale di San Biagio, difronte a casa sua ad Altamura, fischiettava dentro una canna. E pensi anche che, se Mozart ha scritto «Il flauto magico», Mercadante è… il mago del flauto!
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